Le colonne sonore di Piero Piccioni rivivono nelle note di Vince Abbracciante e Fabrizio Bosso e catturano il pubblico dell’associazione Nel Gioco del Jazz di Bari

Cosa succede quando due eccellenze del jazz si incontrano? Si perché Vince Abbracciante è una stella di prima grandezza nel panorama musicale pugliese ma non solo, e Fabrizio Bosso in analoga maniera, è un musicista capace di impreziosire qualsiasi progetto. Inutile ricordare quanto Bosso sia legato a Bari, visto che per molti anni è stato docente al Conservatorio. Da questo punto di vista è stata un’estate piena di appuntamenti in cui è stato possibile ascoltarlo sulle nostre piazze. La cosa veramente bella è la sua disponibilità a mettersi in gioco ed accettare di partecipare anche a progetti altrui.

The music of Piero Piccioni” è un progetto di Vince Abbracciante, che ormai è diventato un campione nell’arte dell’arrangiamento (come lui stesso ama dire scherzosamente: ci siamo arrangiati). Impossibile non ricordare “Le voci di Genova”, di Serena Spedicato, sempre con i suoi arrangiamenti, o l’omaggio alle musiche di Astor Piazzolla, insieme ad Aldo Di Caterino, andato in scena qualche giorno fa a Molfetta per la Fondazione Musicale Valente.

Ricordo ancora una volta che ad inizio anno, Vince Abbracciante ha vinto per la terza volta, la quindicesima edizione dell’Orpheus Award 2024, premio della critica per produzioni fisarmonicistiche 2023, a cura dell’Associazione Promozione Arte. Abbracciante ha vinto la competizione, nella sezione Jazz, con il CD realizzato con Andrea Sabatino, dal titolo Melodico, pubblicato dall’etichetta Dodicilune.

Faccio ammenda, ma io per primo non avevo mai avuto modo di approfondire la figura di questo compositore di colonne sonore, anche se poi, scorrendo un elenco di oltre trecento titoli, ci sono film noti a tutti, con i più grandi registi ed attori italiani, da Vittorio De Sica a Luchino Visconti, da Rossellini o Rosi, a Sordi e via dicendo. Un nome di primo piano insieme ai ben più noti Ennio Morricone, Nino Rota, Armando Trovajoli. E’ stato uno dei più̀ importanti compositori di colonne sonore per il cinema italiano, capace di spaziare tra diversi generi musicali, con una predilezione per il jazz, creando atmosfere indimenticabili e melodie suggestive.

Per celebrare il suo genio musicale Vince Abbracciante, Nicola Di Camillo e Giovanni Angelini (PP trio), tre talentuosi musicisti con la passione comune per il cinema, hanno deciso di reinterpretare alcune delle sue composizioni più̀ significative, arrangiandole in chiave jazzistica e dando vita a un progetto originale, mettendo in luce sia la versatilità̀ e l’originalità̀ delle composizioni del grande Maestro, sia le abilità esecutive del trio, con la partecipazione di Fabrizio Bosso in splendida forma.

Piero Piccioni (nato a Torino il 1921 e morto nel 2004), noto anche con lo pseudonimo di Piero Morgan, è stato un pianista, direttore d’orchestra, compositore e organista italiano. È ricordato come uno dei più noti autori di colonne sonore per il cinema italiano, specialmente nel campo della commedia all’italiana. Figlio di Attilio Piccioni, esponente di spicco della Democrazia Cristiana, e di Carolina Marengo, da cui lo pseudonimo Piero Morgan, cognome creato su anagramma di quello materno che l’autore ha usato fino al 1957.

Fin da piccolo aveva ascoltato musica jazz e suonato il piano senza alcuna preparazione scolastica. Autodidatta, già a tredici anni, seguendo il padre a Firenze, ebbe modo di entrare negli studi dell’EIAR ad ascoltare le orchestre, rimanendo profondamente colpito dalla musica di Duke Ellington (in particolare quella del periodo 1933/34). Nel 1937 fece un’audizione per la EIAR e gli fu commissionato di suonare da solo per un programma musicale su radio Firenze; debuttò in radio come pianista nel 1938. Ritornò in radio nel 1944, a ventidue anni, con l’orchestra da lui costituita: la 013 (il nome deriva dal numero dei componenti). Era la prima orchestra di jazz che trasmetteva dai microfoni e la prima formazione jazzistica stabile italiana. Piccioni creò anche una formazione ridotta, chiamata “I Sette della 013”, per esibizioni in cui non era necessaria tutta l’orchestra. Nel 1949, si trasferì a New York per un anno e mezzo, dove ebbe occasione di sostituire il pianista Al Haig in un programma televisivo, suonando insieme a Charlie Parker, Kenny Dorham e Max Roach. Il critico musicale Charles Delaunay ebbe modo di giudicare eccellente il suo il suo contributo.

Un aspetto della vita privata di Piccioni non può essere omesso. Verso la metà degli anni cinquanta Piero Piccioni, all’epoca fidanzato dell’attrice Alida Valli, fu coinvolto nella vicenda di cronaca nera nota come il “Caso Montesi”, rimasto irrisolto. Sospettato di essere coinvolto nella morte della giovane romana, venne prima arrestato ed in seguito scagionato da ogni accusa. Però la carriera politica del padre, Attilio Piccioni, allora Vice presidente del Governo e Ministro degli esteri, ne fu gravemente compromessa. A suo tempo qualcuno aveva sospettato che tutta questa montatura fosse stata architettata per destabilizzare la figura del padre, esponente DC). Nel 2001, nell’ambito del Premio Pippo Barzizza, gli è stato assegnato il Trofeo alla carriera in qualità di arrangiatore e compositore.

Pescando a caso dall’elenco delle volonne sonore, possiamo ricordare “Il bell’Antonio” (Bolognini), “Lo smemorato di Collegno” (Corbucci), “Le mani sulla città” (Rosi), “Il medico della mutua” (Zampa), “Amore mio aiutami” (Sordi), “Il Prof. Giulio Tersilli …” (Salce), “Travolti da un insolito destino …”(Wertmuller). eccetera, eccetera, eccetera.

Ad accompagnare e sostenere la “front line”, Giovanni Angelini e Nicola Di Camillo. Giovanni Angelini (Grottaglie, classe 1986) studia percussionii con Vincenzo Mazzone, Antonio Di Lorenzo e Fabrizio Sferra. Diplomato al Conservatorio Nino Rota di Monopoli. Partecipa ai seminari di Siena Jazz dove vince la borsa di studio “Billy Sechi” come miglior batterista, e Nuoro Jazz, dove vince il premio come miglior batterista che gli vale una borsa di studio con concerti a New York (anche con Sheila Jordan). Nel 2016 è uscito il suo primo album “A Tratti”, e nel 2022 è stato pubblicato il suo secondo album “Freedom Rhythm”.

Nicola Di Camillo è un contrabbassista Abruzzese, nato nel 1978. Inizia gli studi di Contrabbasso presso il Conservatorio Statale di Musica “L.D’Annunzio” di Pescara, diplomandosi con votazione 9/10 nel 2004 presso il conservatorio “U.Giordano di Foggia, sez. staccata di Rodi Garganico”. Dopo una breve ed intensa attività concertistica nella musica classica, si dedica esclusivamente alla musica leggera e al jazz. Nel 2013 si Laurea con 110 e Lode in Arrangiamento e Composizione Jazz presso il conservatorio “L. D’Annunzio” di Pescara. Ha collaborato con numerosi artisti del panorama jazz e dintorni come: Fabrizio Bosso, Paolo Fresu, Ornella Vanoni, Simona Molinari, Maurizio Urbani, Flavio Boltro, Max Ionata, Dario Deidda, Massimo Manzi, Javier Girotto, Antonella Ruggero, Fabio Concato, Cicci Santucci e altri. Dal 2019 al 2022 è stato il bassista e contrabbassista della band ufficiale di Ornella Vanoni. Dal 2020 entra a far parte della band ufficiale della cantante Simona Molinari.

Tutti e quattro i musicisti sono stati abili a creare sonorità ora soffuse, ora melodiche, ora incalzanti, riportandoci alla mente le immagini di tanti film più che noti. I brani eseguiti sono stati tratti dalle colonne sonore di Amore mio aiutami, Il Presidente della Borgorosso football club, Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata, l’Assassino, Scusi, lei è favorevole o contrario?, C’era una volta, Mimì metallurgico ferito nell’onore, fumo di Londra, Un italiano in America.

Tenerissimo il siparietto che si è venuto a creare durante l’esecuzione di un brano in particolare: “Amore che nasce”. Nella presentazione Abbracciante lo ha definito una fiaba. Alla prima nota si è sentita la voce di un banbino: il figlio Francesco, nato ad inizio anno e presente in sala con la mamma. Più volte, durante il brano, ha avuto modo di dire la sua, fino alla nota finale, come se padre e figlio si fossero messi d’accordo. Ovviamente applausi anche al piccolo Francesco.

Una serata capolavoro, come lo sono stati i film selezionati da Vince Abbracciante per questo delizioso progetto. Ancora una volta Abbracciante non si smentisce, facendoci stupire per i suoi progetti. Grazie a Fabrizio Bosso, sempre impeccabile. Grazie all’Associazione Nel gioco del Jazz per questa proposta un po’ fuori dagli schemi tradizionali.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

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