Venerdì 13 dicembre alle 9.30 e alle 11.30 sono in programma due matinée al Teatro Comunale di Corato (gratuito per le classi terze delle scuole elementari della città) con la messa in scena dello spettacolo Il Giardino delle Parole, un’occasione per educare alla giustizia e alla verità con un linguaggio adatto ai giovani, ma anche ai grandi.
Nel paese di Alfabeta, i semi dei sogni mettono radici e diventano parole, mentre nel vicino paese di Silenzia a germogliare sono i gesti. Ma cosa accade quando Alfabeta decide di imporre la sua supremazia con la guerra? E cosa succede se si perde la parola “Pace”? Attraverso una metafora poetica e favolistica sulla violenza dell’occupazione e della guerra, lo spettacolo, che ha diversi livelli di lettura e comprensione adatti al pubblico dei più piccoli come a quello dei più grandi, racconta e fa riflettere quindi sull’importanza delle parole nella costruzione della pace.
Lo spettacolo è scritto, diretto e interpretato da: Giordano Cozzoli, Patrizia Labianca, Claudia Lerro, Beatrice Gallo e Lorena Farucci. Scenografie: Vincenzo Mascoli. Scenotecnico: Domenico Saragaglia. Movimento scenico: Anna Di Bari.
Lo spettacolo rientra nel progetto Un Ponte di Parole, organizzato e curato dalla compagnia Teatri Di.Versi in partnership con il Comune di Corato. Il progetto è finanziato da Regione Puglia nell’ambito di “iniziative per la pace e lo sviluppo delle relazioni tra i Popoli del Mediterraneo” avviso pubblico 2024 art.8 L.R.12/2005 – B54H24001290009.
Il progetto, nell’arco di un mese e mezzo, durante la guerra in corso, ha dato vita a un dialogo interculturale tra le due sponde del Mediterraneo, Puglia e Palestina, unite dal potere della narrazione personale, dell’ascolto reciproco e della riscoperta di parole – Memoria, Verità, Giustizia e Cura – come strumenti per costruire la pace. Un Ponte di Parole nasce con l’intento di favorire la conoscenza e superare le barriere culturali attraverso la forza dell’arte teatrale. Le attività, svolte in parallelo nei due Paesi, hanno dato voce a bambini e adolescenti che hanno raccontato la propria realtà e immaginato un futuro di speranza nelle lettere destinate ai loro coetanei sull’altra sponda del mare.