Riconoscere nella caduta un’occasione per riconnettersi con il mondo naturale e gradualmente ricostruirlo: ‘Spellbound Contemporary Ballet’ festeggia i suoi trent’anni di attività artistica conquistando il pubblico del Teatro Piccinni di Bari con “Recollection of a falling”

La strepitosa compagnia “Spellbound Contemporary Ballet” festeggia i suoi trent’anni di attività artistica con “Recollection of a falling“, un dittico diviso in due atti, a firma di Jacopo Godani il primo e di Muro Astolfi il secondo, svoltosi al Teatro Piccinni di Bari, per la stagione teatrale del Comune di Bari in collaborazione con Puglia Culture: folto pubblico e bellissima atmosfera nello spettacolo di danza contemporanea della compagnia diretta da Mauro Astolfi e Valentina Marini, che ha visto l’impiego di straordinari ballerini di inconfutabile valore tecnico ed interpretativo.

Un progetto volto a far riflettere sulla capacità dell’uomo di individuare nella caduta un’occasione per riconnettersi con il mondo naturale e gradualmente ricostruirlo.

Nel primo atto nel suo “Forma Mentis” Jacopo Godani si avvale dell’ausilio del fisarmonicista Sergey Sadovoy, individuato sulle strade di Francoforte e chiamato sulla scena come parte integrante del suo progetto coreografico.

Il musicista imbraccia lo strumento con tale naturalezza da sembrare una propaggine del suo corpo e le note prodotte conducono i ballerini in un magico mondo sonoro nel quale agguerriti e famelici si nutrono di ogni minima vibrazione derivata dalla musica; la loro eccellenza tecnica è lampante e la suggestiva composizione coreografica nella quale i corpi plastici sono letteralmente investiti dal suono e da fasci di luci è fortemente impattante.

L’esecuzione, sebbene disciplinata, non sembra mossa da imposizione alcuna, come a permettere l’espletamento emozionale di ciascun interprete, attraverso il linguaggio del corpo che dialoga armoniosamente con chi intorno ne fruisce.

Godani, spezzino di nascita, purtroppo come tanti ha completato la sua formazione fuori confine esercitando poi prevalentemente all’estero; è stato direttore e coreografo della Dresden Frankfurt Dance Company e vanta una carriera costellata da produzioni di successo con colossi del balletto contemporaneo internazionale.

Mauro Astolfi tra gli autori contemporanei maggiormente rappresentativi è direttore di questa compagnia da lui fondata dal 1994, dopo una lunga formazione negli Stati Uniti.

Daughters And Angels” è l’esibizione del secondo atto ed è da ritenersi una rara invenzione coreografica eccezionalmente catalizzante e pregna di autentico pathos.

Sulla scena campeggia una enorme e verticale seta nera e questo elemento che rimanda alla notte è idealmente inteso come luogo oscuro in cui decidere come sopravvivere all’ignoranza legittimata e di conseguenza a come opporsi all’arroganza del potere e del controllo.

In un viaggio a ritroso nel tempo la scena come la musica diventa spettrale e conduce nell’epoca in cui le streghe erano temute e per questo ostracizzate, non tanto per i rituali magici praticati, ma perché detentrici di pensieri controcorrente fortemente destabilizzanti perché contrari alla “morale” comune.

Il telo ingoia e restituisce individui come risucchiati, addestrati e immediatamente rigettati nelle malsane consuetudini della società che ignora; tra questi un corpo nudo come appena uscito dal grembo materno, che solo nel finale, dopo una luce accecante, si farà uomo.

I danzatori sono fortemente coesi tra loro tanto da sembrare un corpo unico che si avviluppa su se stesso, duetti e terzetti di corpi plastici in torsione, braccia come ali in volo.

L’impalpabile leggerezza del tessuto sembra voler dimostrare quanto labile sia quel confine che separa l’equo dall’iniquo e che gli uomini uniti potrebbero abbatterlo attraverso un percorso di conoscenza e poi di consapevolezza, come l’arte che si esprime senza limiti e barriere.

Il favoloso cast di interpreti rispondono al nome di Maria Cossu, Giuliana Mele, Lorenzo Beneventano, Alessandro Piergentili, Anita Bonavita, Roberto Pontieri, Martina Staltari, Miriam Raffone, Filippo Arlenghi.

Cecilia Ranieri
Foto di Cristiano Castaldi

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