Gianfranco Phino, mattatore poliedrico e brioso di uno spettacolo divertente e introspettivo, chiude la I edizione dello ‘Star Festival’ di Terlizzi

Si è conclusa con il terzo e ultimo appuntamento presso la Sala-Teatro ‘ G. Albanese’ della Parrocchia Santa Maria della Stella in Terlizzi, la kermesse per la I edizioni dello ‘Star Festival’, con la direzione artistica di Claudio De Leo e Giampaolo Caldarola. Sotto i riflettori la comicità fresca e genuina di Gianfranco Finocchi, in arte Gianfranco Phino, attore comico che ha più volte calcato il palco televisivo di Zelig, che si è raccontato, rompendo la quarta parete e interagendo col pubblico, dando così spazio alla sua comicità, un’arte antica e assai impegnativa perché riuscire a far ridere non è poi così facile, ma lui, con il suo bagaglio umano e professionale, ci è riuscito.

Nato a Roma nel 1963 segue un percorso tutto artistico, frequentando prima il Liceo Artistico e poi l’Accademia delle Belle Arti di Roma, dove lo studio della scenografia gli apre un orizzonte vasto. Le doti di canto e atleticità sviluppate nel tempo gli forniscono poi i mezzi per essere oggi considerato fra i maggiori artisti nel campo del musical dove le tre arti di recitazione, ballo e canto devono essere ottime. La sua vena creativa lo rende anche autore delle sue cose e così scrive per sé e per altri testi di cabaret, di teatro e di cinema.

Mentre si racconta riesce a farti sentire parte del suo mondo e ti accompagna nel suo percorso umano e professionale con una leggerezza disarmante; si ha quasi la sensazione di conoscersi da sempre e questo perché la sua abilità sta nell’improvvisazione e nella battuta pronta che arriva come ‘fulmen in clausola’ e ti strappa una risata a bocca larga.

E così in scena prendono vita personaggi come Louis Armstrong e la sua pazza famiglia, in cui si comunicava non con le parole ma con la musica, o il mitico Albertone o si assiste ad un’ideale carrellata di dialetti che ti accompagna per tutta l’Italia o, ancora, prende magicamente corpo, con la sua voce magistralmente imitata, l’indimenticabile Totò con la sua sempre vera ‘La livella’.

Sketch comici, canzoni inedite e imitazioni impeccabili trascinano piacevolmente il pubblico che si abbandona a momenti di serena risata. Un divertimento fatto di una poesia leggera ma non frivola, che vuole provare a lanciare un messaggio a chi lo ascolta, con una lingua che è quella della quotidianità, fatta di modi colloquiali ma mai volgari o osceni. E così sulla frase pronunciata in apertura di Charlie Chaplin “Un giorno senza sorriso è un giorno perso” lo spettacolo vuole essere anche un invito ad alimentare in noi la voglia di sorridere, di dare spazio alla luce e alla speranza anche quando tutto sembra troppo buio, a godere delle piccole cose: “Ridere- ha affermato Phino-non è solo un gesto fisico ma è un comunicare al cuore di chi ti guarda”. E così la fantasia e l’immaginazione diventano la rivincita della mente umana nei confronti di una realtà spesso insensata.

Un ringraziamento speciale a don Nino Prisciandaro, ideatore dello Star festival, che ha saputo trasmettere un messaggio molto importante alla comunità tutta creando un’occasione di aggregazione, condivisione, intrattenimento e cultura, nella speranza di veicolare gioia e positività.

Flora Guastamacchia
Foto di Tommy Cagnetta

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.