La classe incontrastata di Karima inaugura la Stagione “Music Loves – Part One” dell’Associazione “Nel gioco del Jazz” ed incanta il Teatro Forma di Bari

Classe innata, simpatia spontanea, e doti canore da vendere sono senza ombra di dubbio gli abiti che la cantante italo- algerina Karima Ammar ha indossato al Teatro Forma di Bari per l’apertura della rassegna “Music Loves – Part One” organizzata per la Stagione 2025 dall’associazione “Nel gioco del Jazz”, presieduta da Donato Romito e con la direzione artistica di Pietro Laera.

Al cospetto di un sold out raggiunto già nei giorni precedenti, la cantante, ben nota al pubblico barese che non le fa mai mancare il suo caloroso sostegno, ha presentato, in anteprima, il progetto musicale che vedrà la luce il giorno del suo quarantesimo compleanno, il prossimo 28 maggio, dal titolo “Karima canta autori”, un omaggio ad artisti (uomini, come presto sottolinea) del calibro di Battisti, Dalla, De Gregori, e tanti altri che esprimono l’eccellenza della musica italiana e del bel canto.

Nata a Livorno nel 1985, da padre algerino e madre italiana, conquista popolarità, al principio dei suoi esordi, grazie alla partecipazione al talent televisivo “Amici”, ove, nell’edizione del 2006, riesce ad arrivare in finale, mettendo d’accordo la critica che la considera la voce più interessante nel panorama italiano. Ma è a seguito dell’invidiabile incontro artistico con l’intramontabile Burt Bacharach che la bellissima e talentuosa Karima riesce a conquistare spazio e notorietà nel mondo della discografia, passando per il Festival di Sanremo. E’ qui, infatti, che nella sezione Proposte presenta la versione italiana del brano “Every Other Hour” – scritta dal maestro americano – “Come in ogni ora”, che, in seconda serata viene cantata da Karima accompagnata da Mario Biondi e dallo stesso Bucharach al pianoforte. Il suo talento e la sua voce “black” che ci ha abituati alle innumerevoli interpretazioni della produzione americana del maestro, compositore, pianista americano, che personalmente amo svisceratamente, si è di poi prestata alla musica italiana, come deliziosamente ci racconta lei stessa, quando nel 2018 accetta di cantare solo musiche italiane all’interno della trasmissione “Domenica In”.

E così che, “gettato il cuore oltre l’ostacolo”, ha avviato il suo percorso di tutto rilievo giungendo alle odierne magnifiche sperimentazioni, summa di un mixage di timbri jazz, brasiliani e matrici italiane da sempre “riconosciute in tutto il mondo”.

Accompagnata dagli amici di una vita, Bernando Guerra alla batteria, Gabriele Evangelista al contrabbasso e Piero Fassi al pianoforte, che ha curato tutti gli apprezzatissimi arrangiamenti nel corso della serata, la kermesse musicale non poteva che entrare nel vivo con Pino Daniele e con  “Che ore so’” , tratto dal suo settimo album “Ferryboat”, brano scelto anche perché scritto nel 1985, anno che celebra la data di nascita di Karima, e con “Anna verrà”, di struggente e strepitosa interpretazione.  

Zigzagando musicalmente tra inossidabili “classici” del calibro di “Prendila così”,  testo venuto fuori dalle penne poetiche di Battisti e Mogol, arrangiata in un’apprezzabilissima versione groove,  o nella delicata “Scrivimi” di Nino Buonocore che inevitabilmente trascina il pubblico nell’omonimo ritornello in direzione del microfono che Karima rivolge allo stesso, o  “Quando l’amore se ne va” di Edoardo De Crescenzo, dal ritmo funky jazz per effetto del “nuovo vestito”  che l’ormai collaudata band cuce su un modello black – molto black – che permette al Maestro Piero Fassi di esprimere ed imprimere un pianismo di alto livello, ci riesce veramente arduo pensare a quale, tra tutti quelli proposti in serata sia il nostro pezzo preferito. O forse no!

Il mio apprezzamento personale per Karima, indiscusso anche prima di abbandonare il teatro,  che adoro per la sua voce particolare, per la sua raffinatezza , per le scelte artistiche e musicali – questa sera – devo ammettere – è esponenzialmente cresciuto anche per aver omaggiato uno dei maggiori esponenti della scuola musicale genovese che rinnovò profondamente la musica leggera italiana, Umberto Bindi, compositore e pianista (emarginato per la sua dichiarata omosessualità) che conobbe la gloria solo dopo la sua scomparsa; con “Il nostro concerto” (pezzo del 1960), infatti, la sua voce potente e carica di pathos ce lo ha restituito in una versione meravigliosa grazie anche al magico supporto ed apporto dell’amico-maestro Fassi, unico strumento ad accompagnare, per l’occasione, la romantica ed elegante melodia. Le note si fanno sempre più alte e si allungano a rendere ancor più incisivo il messaggio che l’amore è più forte delle distanze e che il testo reca con sé nell’ “Ovunque sei, se ascolterai accanto a te mi troverai. Vedrai lo sguardo che per me parlò e la mia mano che la tua cercò”. Emozioni allo stato puro, dunque, che ritroviamo in un altro arrangiamento di un pezzo meno famoso del grande Domenico Modugno “Io” (scritto assieme a Franco Migliacci) interpretata con modalità e ritmo frizzante in crescendo giacché sulla sola Voce  che si fa strumento a sé, si inserisce dapprima il pianoforte e poi il contrabbasso e la batteria che si guadagnano un meritato spazio per lanciarsi in prodigiosi assoli.

Sul palco si scherza, si ride, ci si vuole bene e c’è visibile e non comune interplay – che il pubblico riconosce e a cui tributa applausi a scena aperta – e che conduce il concerto in un battibaleno alla conclusione che viene consegnata ad un altro insostituibile pezzo della storia della musica, un più familiare pezzo di Domenico Modugno: “Tu sì na cosa grande” .

Prima dell’acclamatissimo bis (come congedarsi facilmente da un concerto così) , non si può non menzionare un’altra e pregevole “versione Karima” della ben nota “Sempre e per sempre”, una dichiarazione d’amore che nasce tra le righe del testo di De Gregori nel 2001.

Al bis il pubblico ha praticamente amorevolmente preteso la proposta sanremese accennata al principio “Come in ogni ora”,  dall’inconfondibile tenor di “Rhapsody in blue”,  che ci abbandona in un malinconico arrivederci … si spera a presto!

Gemma Viti
Foto dal sito dell’artista

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