
C’è una malattia che non si vede, ma che ha cambiato per sempre il volto del Salento. La Xylella si è insediata nel cuore della terra, tra le vene degli ulivi secolari, trasformando distese verdi in paesaggi spenti, scoloriti dal dolore. Ma dove c’è ferita, può nascere anche resistenza. Dove tutto sembra perduto, può sbocciare una nuova forma di speranza.
È da questa immagine, aspra e poetica, che prende vita “X di Xylella. Bibbia e Alberi Sacri”, il nuovo spettacolo del Teatro Koreja con la regia di Gabriele Vacis, vincitore del Premio ANCT Hystrio 2024, e la consulenza artistica di Salvatore Tramacere.
Tre date, tre teatri, tre tappe in una terra che resiste:
9 aprile – Teatro Vignola, Polignano a Mare – ore 21
10 aprile – Teatro Comunale, Ceglie Messapica – ore 21
11 aprile – Teatro Paisiello, Lecce – ore 21
Lo spettacolo rientra nelle stagioni teatrali dei Comuni di Polignano, Ceglie e Lecce, in collaborazione con Puglia Culture.
In Puglia, ogni famiglia ha un legame con la terra. Gli ulivi non sono solo alberi, sono antenati. Ogni tronco contorto racconta una storia. Anche chi non lavora nei campi, conserva dentro di sé il senso profondo di quella terra. Chi può, ci torna nel fine settimana. Chi non può, ne conserva la memoria in un gesto: pane, sale e olio forte – il gusto più sincero di casa.
E quegli ulivi, così imponenti da sembrare eterni, sono sempre stati simbolo di resistenza. Nulla poteva scalfirli.
Poi è arrivata Xylella.
Nel 2013, nel Salento, i primi ulivi cominciano a disseccarsi. Sembra un incendio invisibile, che divora dall’interno. Nessuno riconosce il fenomeno. Alcuni parlano di parassiti, altri di vecchie malattie. Ma dopo lunghe indagini, arriva la diagnosi: Xylella fastidiosa, un batterio letale, trasportato da un piccolo insetto, la Cicalina sputacchina.
Un nemico silenzioso, che risale i vasi della pianta fino a soffocarne la linfa vitale.
La cura è drastica: abbattere gli alberi infetti. E farlo in fretta.
Ma in questo batterio si annida anche un’altra immagine: quella del dolore femminile. Invisibile, pervasivo, profondo.
Come la Xylella, alcune ferite lavorano dentro, erodendo lentamente ciò che di più vivo si ha: le radici, la forza, la voce.
Gli ulivi, come le donne, sono portatori di vita, di memoria, di storie. Quando vengono colpiti, la loro sofferenza si incide sul paesaggio.
E allora, quella terra che tace diventa voce. Un grido muto che chiede di essere ascoltato. E curato.
“Il teatro – racconta Gabriele Vacis – è uno dei pochi spazi dove si può ancora entrare in contatto con la realtà vera, con la sua complessità. In scena abbiamo sette attrici, anzi, sette donne. Perché comprendere, nel senso più profondo del termine, significa accogliere. E questo gesto – accogliere, stare, non fuggire – appartiene forse più al femminile che al maschile. Il nostro spettacolo nasce proprio da lì: dalla necessità di prendersi cura. Della natura, della salute, della memoria.”
“Ho sempre pensato al teatro come al luogo delle domande” – aggiunge Salvatore Tramacere. “Oggi però viviamo in un tempo in cui le risposte sembrano arrivare prima ancora che le domande vengano formulate. E spesso sono sbagliate, semplificate, distorte. Qualche anno fa abbiamo iniziato a raccontare il paesaggio salentino che moriva. Oggi, quella domanda che aleggia tra gli ulivi secchi è ancora lì, sospesa: rivedrò mai questi alberi rinascere?
Con Vacis abbiamo attraversato un territorio pieno di contraddizioni. Noi, come gli alberi, abbiamo radici profonde ma possiamo cadere. Eppure, anche noi possiamo rialzarci, ricominciare, resistere. E sarà sempre l’energia femminile – lo credo fermamente – a generare il nuovo.”
Lo spettacolo
X di Xylella. Bibbia e Alberi Sacri
con: Chiara Dello Iacovo, Luna Maggio, Emanuela Pisicchio, Maria Rosaria Ponzetta, Kyara Russo, Maria Tucci, Andjelka Vulic
Regia: Gabriele Vacis
Assistente alla regia: Lucia Raffaella Mariani
Drammaturgia: Lucia Raffaella Mariani, Letizia Russo, Gabriele Vacis
Cori a cura di: Enrica Rebaudo
Scenofonia: Roberto Tarasco
Consulenza artistica: Salvatore Tramacere
Tecnici: Alessandro Cardinale, Mario Daniele
Si ringrazia: Stefano Martella
Produzione: Teatro Koreja
In collaborazione con PoEM – Potenziali Evocati Multimediali
Foto di Eduardo De Matteis – Archivio Koreja
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Daniele Milillo