La Stagione teatrale del Teatro Sociale di Fasano si chiude con “Maledetta primavera” con Daria Paoletta, Rita Pelusio e Enrico Messina

Mercoledì 23 aprile alle 20.30 l’ultimo appuntamento per la stagione teatrale del Teatro Sociale del Comune di Fasano in collaborazione con Puglia Culture è affidato a “Maledetta primavera” di Armamaxa Teatro/Pagine Bianche Teatro con la regia di Enrico Messina e con in scena Daria Paoletta, Rita Pelusio Enrico Messina.

Un’avvincente riscrittura del mito di Proserpina, che mescola il classico con il contemporaneo, esplorando le radici della violenza e del dolore attraverso un linguaggio teatrale potente. La narrazione si sviluppa tra mito e attualità, parlando di gelosia, ira e vendetta, con toni intensi e ironici.

Infohttps://www.pugliaculture.it/evento/maledetta-primavera-3/

Scheda spettacolo
Armamaxa Teatro / PagineBiancheTeatro
Daria Paoletta
MALEDETTA PRIMAVERA
di Daria Paoletta, Rita Pelusio, Enrico Messina
regia ENRICO MESSINA

Il titolo di questo spettacolo già ne racconta il punto di vista. Abbiamo scelto di riscrivere uno dei miti fondanti della nostra cultura, quello del ratto di Proserpina, con gli occhi di una madre sola. Anzi con gli occhi di una donna che è stata figlia di una madre sola. E di affrontare con una consapevole, leggera e sferzante ironia il dolore di una perdita e lo scoramento di una separazione che è, allo stesso tempo, la nascita di una nuova stagione.
Così è venuto a delinearsi il profilo di una donna che, di fronte al torto subito dalla figlia, si mostra fragile, insicura eppure determinata, disperata e rabbiosa nel suo tentativo di riparare l’ingiustizia, per ritrovarsi, infine, prigioniera lei stessa di una violenza che non genera altro che violenza.
A condurre il racconto l’attrice e autrice che, nel vestire i panni ora di Cerere, ora di Proserpina, riporta il mito alla propria esperienza di vita e ce lo rende prossimo, vicinissimo, permettendoci di rielaboralo, metabolizzarlo e riconoscerlo.
Perché a ciascuna delle nostre vite il mito ha dato forma e nel racconto delle vicende di questi dei, dal carattere così fortemente esasperato, possiamo ritrovare la nostra personale, più intima eppure collettiva, storia di donne e di uomini, di figlie e di figli.
La scrittura compone dunque una narrazione dal ritmo incalzante e tempestoso, densa di ironia, capace di affondare nelle radici del mito per riaffiorare ai giorni nostri e parlare con lucida consapevolezza all’animo umano.

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