“Inside Monet”: la prima mostra immersiva en plein air dedicata al maestro francese, a metà tra reale e virtuale

Ciò che farò qui avrà almeno il merito di non rassomigliare a nulla, perché sarà l’impressione di ciò che avrò sentito, soltanto io”.

Cosi parlava Charles Monet nel 1860 e, infatti, la nuova attrazione culturale a lui dedicata in questi giorni a Milano, sembra non assomigliare a nulla. L’esperienza artistica dedicata al pittore francese, nata da un’idea innovativa del gruppo Way Experience, è un progetto totalmente nuovo che crea un ponte tra reale e virtuale. Way Experience è la nuova media company tra i leader in Italia dei progetti di Virtual Reality nel settore del turismo culturale, vincitrice dell’Oscar dell’Innovazione Premio Angi 2022 che, a partire dal 15 aprile 2023, sta presentando l’esposizione virtuale dal titolo “Inside Monet”. E, realmente, si entra “dentro” le opere del grande maestro impressionista grazie all’ausilio dei moderni visori VR.

Il progetto aveva preso avvio da un capitolo precedente, “You are Leo”, dedicato a Leonardo Da Vinci, che aveva riscosso un grandissimo successo nel capoluogo lombardo. Stavolta il viaggio virtuale ci porta direttamente in Francia, tra le ninfee del fondatore del movimento impressionista Claude Monet. Appuntamento all’Arco della Pace, luogo simbolo di Milano. Da qui, infatti, comincia questa esperienza en plein air che si articola in 5 tappe fondamentali, attraverso i momenti principali della vita e le opere di Monet, durante una bellissima passeggiata all’interno del grande parco Sempione, polmone verde della città. Ad accompagnare gli spettatori durante questa passeggiata vi è una guida che racconta Monet e la sua storia, grazie alla narrazione drammaturgica scritta in collaborazione con Libero Stelluti.

Gli ingredienti di questa esperienza unica sono pochi ma fondamentali. Ad ogni spettatore viene consegnato un visore VR e delle cuffie che gli permettono di seguire il percorso ed immergersi nelle installazioni artistiche “isolandosi dal mondo reale”.

Partendo da un approfondimento storico relativo al grande Arco della Pace (unito da una linea immaginaria all’Arco di Trionfo di Parigi, come diceva Hemingway) gli spettatori sono subito chiamati a prendere parte al gioco dell’arte. Prima, significativa sfida, è quella al disegno in chiave caricaturale. La guida, nei panni di un tipico pittore francese dell’Ottocento, consegna ad ogni avventore un blocco da disegno e una matita, chiedendo a tutti di realizzare una caricatura del visitatore che ha al fianco. Successivamente, ci si immerge nel verde del parco per dare avvio al tour.

Dopo un’accurata spiegazione narrata della biografia del pittore francese, la guida chiede agli spettatori di indossare il casco VR per vivere a tutto tondo la prima tappa del viaggio. Il salon-atelier di Claude Monet a Giverny, in Normandia, scrupolosamente ricostruito attenendosi a quello reale, è il punto di partenza e fulcro da cui si apre l’intero percorso di Virtual Reality. La voce di Monet è dell’attore Luciano Bertoli, che renderà ancor più suggestivo il viaggio alla scoperta dell’artista. Nella prima tappa il visitatore/spettatore si troverà immerso nel paesaggio marino del porto di Le Havre circondato dalla foschia dell’alba, catapultato nell’opera Levar del Sole (1872). Il sole nascente, l’accostamento e le sfumature di colori dovuti ai suoi raggi, sulla natura e sull’acqua, avvolgono lo spettatore nel paesaggio dell’alba. Immediatamente, l’ambiente circostante, il vociare del Parco Sempione in una affollata giornata di primavera, sfuma, lasciando il posto alla voce di Monet e ai colori delle sue suggestive opere. La seconda tappa condurrà il visitatore nella distesa di verde tenue e di rosso scarlatto catturata dall’artista nel quadro I papaveri (1875), in quell’atmosfera tipica di aria estiva e in quella luce della regione dell’Ile de France che Monet amava “catturare” dipingendo en plein air. La terza tappa sarà una delle passeggiate che la moglie di Monet faceva insieme al figlio durante le calde giornate estive sulle colline di Argenteuil. Entrando nel quadro La passeggiata (1875), lo spettatore osserverà il vestito di Camille ondeggiare al vento e l’erba muoversi al gradevole venticello estivo che avvolge tutto il paesaggio. La quarta tappa si svolge tra I covoni (1890-91). Davanti a un campo e ai mucchi di fieno immersi nel sole, Monet si presenterà come “cacciatore in cerca di impressioni” intento a studiare il tema delle mutazioni della luce e degli effetti di colore, tra i più cari e indagati dal pittore. Lo stagno delle ninfee (1899) è laquinta e ultima tappadel percorso. Monet considerava il suo giardino di Giverny il suo capolavoro più bello, ed è qui che nasce la serie di oltre 250 dipinti con protagoniste le ninfee. Lo spettatore si ritroverà, in un paesaggio animato che sembra reale, in movimento, con la luce del tramonto che accarezza l’acqua dello stagno e un cielo crepuscolare tinto di rosa sopra la propria testa. Impossibile distinguere il confine tra reale e virtuale, catapultati improvvisamente in un quadro impressionista e completamente rapiti dalle suggestioni di colori ed emozioni. “Aprire mondi impossibili è da sempre la nostra mission – afferma Pier Francesco Jelmoni co-founder di Way Experience -. In ogni progetto portiamo lo spettatore a vivere in prima persona emozioni in altri tempi e in altri contesti storici”.

E il risultato è un progetto unico e sorprendente, interattivo e dinamico, travolgente ed appassionante, che coinvolge un pubblico trasversale di tutte le età e avvicina all’arte anche i meno esperti. Il tour ha durata di 1 ora e 30 minuti, al termine del quale viene chiesto ai visitatori di immortalare con il proprio smartphone ciò che per loro rappresenta la bellezza, all’interno di una cornice decorata dai famosi papaveri di Monet che viene consegnata loro come ricordo dell’esperienza. Parte del ricavato di ogni biglietto di Inside Monet andrà all’Associazione Bianca Garavaglia per sostenere il Progetto Giovani.

Il prossimo appuntamento virtuale sarà in compagnia di un altro grande maestro, simbolo della città di Milano, Giuseppe Verdi.

Chiara De Gennaro
Foto dalle pagine telematiche della Mostra

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