Se è consentito usare il sostantivo “bella” per una mostra fotografica che vuole raccontarci le atrocità della guerra, allora sì: la mostra fotografica “Sete di Pace” allestita nella Chiesa di San Giacomo (Piazza dell’Odegitria, 8A) a Bari è una bella mostra.
Vuole raccontare a tutti noi, che siamo rimasti tranquillamente a casa, cosa hanno visto e vissuto i volontari delle quattro carovane di pace che in tempi e luoghi diversi hanno raggiunto la martoriata Ucraina, per portare aiuti e solidarietà alla sua popolazione.
La rete “StopTheWarNow” riunisce 180 organizzazioni impegnate per fermare la guerra e costruire la pace attraverso azioni di nonviolenza e umanitarie. Dallo scoppio del conflitto in Ucraina la rete è al fianco della popolazione vittima della guerra per sostenerla ed essere portavoce di dialogo e di pace tra il popolo russo e ucraino.
Le Quattro spedizioni hanno raggiunto Leopoli (1 – 3 aprile 2022), Odessa e Mykolaiv (25 – 29 giugno 2022), Mykolaiv (29 agosto – 2 settembre 2022), e Kiev (29 settembre – 3 ottobre 2022), coinvolgendo circa 500 rappresentanti della società civile nonviolenta e pacifista, per testimoniare la volontà di costruire un dialogo di pace attraverso azioni nonviolente tra cui:
- Trasporto di 450 tonnellate di aiuti umanitari.
- Incontri con associazioni ed istituzioni locali
- Evacuazione di oltre 1.000 profughi (donne, bambini, anziani, disabili) e accoglienza in Italia.
La mostra, itinerante per tutto il territorio italiano, è stata, come detto, inaugurata a Bari presso la chiesa di San Giacomo (in piazza della Cattedrale) e rimarrà fruibile fino al 6 giugno.
In occasione dell’inaugurazione, dopo un saluto da parte di don Franco Lanzolla, Parroco della Cattedrale, e di Francesco Minervini (che ha partecipato ad una delle carovane a Kiev), sono intervenuti Ines Pierucci, Assessore alle Culture, Marketing territoriale e Turismo per il Comune di Bari, e don Enrico D’Abbicco, Vicario del Vescovo della diocesi di Bari – Bitonto.
Dopo i saluti istituzionali, ha preso avvio il primo dei tanti incontri di approfondimento programmati, organizzato dal Comitato per la Pace di Terra di Bari, con il prof. Nicola Cufaro Petroni (Unione Scienziati per il Disarmo), e della prof.ssa Angela Corcelli (Biologa, referente Rete Università Italiane per la Pace). Non sono state parole “già sentite”, ma da una parte hanno messo in evidenza il reale rischio atomico, dall’altra un forte segno di speranza rappresentato da alcuni alberi che nonostante tutto, sono sopravvissuti all’esplosione di Hiroshima (Hibakujumoku, detto anche A-bombed tree).
Sono 60 foto, scattate dai volontari delle carovane, che non hanno voluto raccontarci le atrocità della guerra (per questo c’è la televisione), ma mirano a raccontarci i volti, le difficoltà, la vita quotidiana sotto i bombardamenti.
A parte una sola foto che ritrae dei bambini giocare tra i cannoni di carri armati (i soggetti sono i bambini), non sono state fotografate armi. Molti volti di adulti e di bambini, di abitanti del luogo, dei loro animali, dei volontari giunti in soccorso, delle devastazioni, delle code per i rifornimenti, degli esodi verso terre più sicure.
Niente lacrime. Solo una donna anziana è stata ritratta mentre si asciuga l’ultima lacrima. Gli altri volti e gli altri sguardi ci raccontano la dignità di un popolo che non riesce a rendersi conto di quello che sta accadendo, e del perché. Volti tristi ma anche sorridenti, intenti a pregare, a cantare a guardare negli occhi il visitatore per chiedere solidarietà e giustizia.
L’allestimento (molto particolare e suggestivo) qui a Bari è stato curato da Maria Pierno e da Approdo Urbano.
L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Bari e dall’Arcidiocesi di Bari-Bitonto, è organizzata da un collettivo di associazioni quali il Comitato per la Pace di Terra di Bari, Anche Noi – Movimento di cittadinanza attiva – ODV, Approdo Urbano, CGIL Puglia Comunità R/S Agesci Bari 18, Comunità di Santa Scolastica, Emergency, EMI Editrice Missionaria Italiana, GEP Gruppo Educhiamoci alla Pace, Pax Christi, Stilo Editrice, Zefiro APS.
Per ogni giorno di permanenza della mostra, nella fascia serale (ore 18 – 20,30), le varie associazioni che hanno aderito alla realizzazione della mostra si sono impegnate ad organizzare incontri, dibattiti, veglie di riflessione, per approfondire il tema della pace e della Nonviolenza.
Senza voler andare avanti con le parole (una mostra fotografica serve a trasmettere ciò che le parole non dicono), permettetemi una piccola digressione. Stamattina uscendo a fare la spesa, il panettiere mi ha dato il pane in un sacchetto di carta su cui è stata stampata una frase di Gianni Rodari ormai nota a tutti: “Ci sono cose da non fare mai, né di giorno né di notte. Né per mare né per terra: per esempio, la GUERRA”. E dovremmo capirlo tutti (nessuno escluso).
La mostra si è già svolta in altre città italiane come Roma (Palazzo Merulana), Rimini (Museo della Città) e Torino (Binaria-Centro Commensale) e Cuneo.
A Bari la mostra rimarrà fino al 6 giugno 2023 e sarà aperta al pubblico gratuitamente tutti i giorni dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 17.30 alle 20.30. Consiglio vivamente di andarla a vedere. Anche questo è un segno di speranza.
Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro