Il secondo set della seconda serata del Beat Onto Jazz Festival 2023 ha visto l’esibizione di uno splendido Trio, in cui era difficile identificare un leader in quanto tutti e tre i musicisti hanno dato il meglio di sé, esprimendo le proprie peculiarità.
Ospite straniero del trio, la pianista Eri Yamamoto, di origini giapponesi, ma residente a New York ormai da circa trent’anni.
Da quando si è trasferita negli Stati Uniti nel 1995, Eri Yamamoto si è affermata come una delle pianiste e compositrici jazz più originali e avvincenti. La leggenda del jazz Herbie Hancock ha detto: “Tanto di cappello a lei … ha già trovato la sua voce”.
Negli ultimi ventisette anni, Eri ha presentato la sua musica unica, non solo negli Stati Uniti, ma anche in Canada, Europa, Giappone, Africa, Giamaica e Australia; con apparizioni in concerti, club e grandi festival.
“A Woman With A Purple Wig” è la sua ultima uscita discografica e la sua quattordicesima come leader. Questa musica potente è nata dalle sue esperienze di donna asiatica che ha vissuto a New York City durante la pandemia. Si è sentita in dovere di scrivere testi e, per la prima volta, cimentarsi anche con il canto. Il New Yorker scrive: “Canzoni mirate, che affrontano la discriminazione razziale e sessuale, ma fanno anche un passo indietro per celebrare le gioie semplici delle piccole cose. “A Woman With a Purple Wig”, ha recentemente vinto il premio per il miglior video musicale al prestigioso Big Apple Film Festival, primavera 2023.
Anche la rivista Downbeat ha assegnato quattro stelle alla sua precedente uscita discografica (Firefly), affermando che questo CD riafferma la posizione di Yamamoto come pianista contemporanea di prim’ordine. Il suo virtuosismo arriva direttamente dal cuore.
Eri si è anche dedicata all’arte del piano solo, entusiasmando il pubblico con le sue interpretazioni, delle sue composizioni e le sue improvvisazioni spontanee.
Yamamoto è nata nel 1970 a Osaka, in Giappone. Ha iniziato a suonare il pianoforte classico all’età di tre anni e ha iniziato a comporre a otto. Nel 1995 è arrivata a New York per la prima volta ed è stata subito ispirata da un’esibizione del pianista Tommy Flanagan, tant’è vero che decise di trasferirsi lì per studiare jazz. È entrata nel prestigioso programma jazz della New School University, dove ha studiato con Reggie Workman, Junior Mance e LeeAnn Ledgerwood.
Durante gli studi, Eri ha iniziato a suonare all’Avenue B Social Club nell’East Village; e nel 1998 il suo trio ha iniziato un lungo sodalizio presso la storica Arthur’s Tavern nel Greenwich Village. Eri ha anche collaborato con musicisti così creativi e celebrati come William Parker, Daniel Carter, Hamid Drake, Federico Ughi, Yves Leveille e Paul McCandless, partecipando a sedute di incisione con William Parker, con cui si è esibita negli Stati Uniti e in tutto il mondo.
In compagnia del suo Trio, insieme a cori e orchestre, Yamamoto porta sempre composizioni belle ed eleganti. Tuttavia, forse il modo migliore in cui trasmette le sue emozioni è quando suona in piano solo, eseguendo musica altamente sensibile, profonda, lirica ed evocativa.
Insieme a lei, sul palco due artisti pugliesi conosciuti un po’ da tutti: Aldo Di Caterino e Vince Abbracciante.
Il giovanissimo Aldo Di Caterino ne ha fatta di strada. Da essere sempre presente in larghe formazioni, è arrivato il momento di spiccare il volo di esibirsi con suoi gruppi. Svariate sono le collaborazioni con altri musicisti, quali John Surman, Gaetano Partipilo, Giuseppe Bassi, Seby Burgio, Alberto Parmegiani, Vince Abbracciante, Gabriele Mirabassi, Nando Di Modugno, Giorgio Vendola, Pino Basile, Bruno Montrone, Guido di Leone, Paola Arnesano, Poldo Sebastiani, Pierluigi Balducci, Francesca Leone, Fabio Accardi, Rogerio Tavares, Giovanni Scasciamacchia, Tommaso Scannapieco, Mike Rubini, Eugenio Macchia ed altri.
Attualmente insegna presso la scuola “Il Pentagramma” di Bari nel ruolo di titolare del corso di flauto classico e linguaggio jazzistico applicato allo strumento
Con la prestigiosa casa discografica Abeat, da pochissimo ha prodotto il primo lavoro a suo nome. Seppur giovanissimo vanta già una serie di premi, riconoscimenti, attestati e collaborazioni di grande prestigio. Proprio il jazz, sia di ispirazione americana ed europea che la musica sudamericana (brasiliana ed argentina in particolare) rappresentano il fulcro di questo suo disco d’esordio, magistralmente supportato da una parte del meglio del jazz italiano. Con “Amorè” Aldo Di Caterino ci offre un album dove espressività, padronanza tecnica, leadership fanno già intravedere un astro del nuovo panorama nazionale. Eleganza, armoniosità del suono del flauto, il repertorio che include anche alcune composizioni originali ci regalano una esperienza d’ascolto assai intrigante. Aldo Di Caterino, al flauto traverso, ha inciso il CD con la collaborazione di Nando Di Modugno alla chitarra classica, Vince Abbracciante all’accordion, Giorgio Vendola al contrabbasso, Paola Arnesano e Maria Morena Farina alla voce, Luciano Tarantino al violoncello.
Il concerto è stata un’ottima occasione per Di Caterino per proporre alcuni brani del suo nuovo CD, anche se eseguito con formazione diversa. Altra tappa importante per il nostro Aldo Di Caterino, è un concerto a Legnano con il Maestro Enrico Pierannunzi. Degna di nota è anche una serie di concerti effettuati con Gabriele Mirabassi.
Di Vince Abbracciante non mi stancherò mai di scrivere per raccontare la sua capacità di ricamare note su note, creando atmosfere rarefatte e raffinate. Ottimo accompagnatore di grandi musicisti, riesce sempre a guadagnare la ribalta con il suo modo di suonare la fisarmonica; sempre con lo sguardo di chi vorrebbe farti intendere che quello che sta suonando è di una semplicità estrema.
Impossibile stabilire, durante l’esibizione, chi sia stato il vero leader. Di certo la bella pianista giapponese, ma i nostri musicisti pugliesi non sono stati a guardare. Abbracciante è stato superlativo a creare un tappeto musicale su cui Di Caterino ha ricamato i suoi assoli, sotto l’incessante pianismo di Yamamoto. Veramente un concerto da ricordare.
Non posso fare a meno di sottolineare alcune note dolenti del festival. Alla sempre ottima direzione artistica, dobbiamo lamentare una “location” troppo spesso dispersiva, con una vasta zona transennata e dotata di sedie, ma di altrettanto spazio (non troppo distante dal palco) dedicato al ristoro, alla chiacchiera, allo struscio, ai bambini che giocano o che piangono, senza contare gli allarmi da appartamento che per tre volte si sono uniti ai musicisti. Ed un maxischermo che per tutto il durare della manifestazione ha senza sosta trasmesso immagini degli sponsor. Forse la politica dell’ingresso gratuito potrebbe essere sostituita da un biglietto seppur minimo, ma che obbliga chi non ha interesse alla musica ad andare a stendere i panni da un’altra parte. Tutti i concerti della rassegna bitontina sono stati introdotti magistralmente dal grande Alceste Ayroldi che riesce sempre ad andare a fondo delle caratteristiche di ogni esibizione e di ogni singolo musicista. Un contributo sempre prezioso.
Per i più distratti, la Yamamoto con Aldo Di Caterino è stata ospite anche per la rassegna Bari in Jazz al Minareto della Selva di Fasano ieri, 5 agosto, ma questa volta accompagnati dal contrabbasso di Giorgio Vendola. Ormai l’estate è entrata nel vivo.
Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro