“Hotel Manager : Now have you thought of what animal you’d like to be if you end up alone?
David : Yes. A lobster.
Hotel Manager : Why a lobster?
David : Because lobsters live for over one hundred years, are blue-blooded like aristocrats, and stay fertile all their lives. I also like the sea very much.
Hotel Manager: A lobster is an excellent choice.”
(Manager dell’albergo: Bene, ha pensato a quale animale vorrebbe essere se finisce per essere solo?
David: Sì. Un’aragosta.
Manager dell’albergo: Perché un’aragosta?
David: Perché le aragoste vivono per più di cent’anni, hanno il sangue blu come i nobili, e restano fertili tutta la vita. E mi piace molto il mare.
Manager dell’albergo: Aragosta è una scelta eccellente.”)
(“The Lobster”, regia di Yorgos Lanthimos, 2015)
Ci sono coincidenze fortunate, sequenze numeriche, congiunzioni astrali, che rendono tutto più magico e significativo.
Può essere il Sole in Bilancia, congiunto a Marte. Può essere un tarocco sul verso giusto, a predirci una buona notizia. Possono essere gli anniversari, a ispirare una scrittura dal profondo dello spirito. Nella fattispecie, il centenario di Italo Calvino coincide con il ventennale di Teatro delle Bambole, e questa combinazione può aver innescato una scintilla, acceso una miccia che scoppietta nella scrittura di uno spettacolo, e lo stesso autore lo riconosce. Peraltro, Andrea Cramarossa è reduce da un nutrito palmares di riconoscimenti internazionali per il suo cortometraggio “Borges”.
Il suo nome è “Il Castello”, un castello in cui albergano suggestioni sull’opera calviniana, frutto di un lavoro di più di due anni. È questo, il luogo immaginato dalla scrittura e dalla regia di Andrea Cramarossa, per il progetto di ricerca “Dalla letteratura al teatro”, con Giovanni Di Lonardo, Rossella Giugliano, Federico Gobbi, Pierpaolo Vitale, sempre nella casa madre del Teatro delle Bambole. Le meccaniche di palco sono di Fabrizio Zerbinati.
Lo spettacolo, al debutto nazionale, fa parte della stagione teatrale “Altrimondi 2023_24” del Comune di Bari – Assessorato alle Culture organizzata insieme al Teatro Pubblico Pugliese nell’ambito della rassegna 100 CALVINO.
Quattro sconosciuti si incontrano, convocati da un biglietto recapitato nella loro buca delle lettere. Qualcuno di loro sa che è un esperimento, altri che è il provino per uno spettacolo teatrale. Tutti sanno che, se non riusciranno a superare la prova, verranno tramutati in animali.
Qui, mediante un sapiente gioco di riflettori, parte il racconto dei personaggi del castello, raccontati a turno, e illuminati di volta in volta come fossero gli arcani dei Tarocchi: Re, Regine, cavalieri erranti, bambini con la faccia di Sole, ciascuno con la sua parte di favola. Incantano i costumi simbolici e affascinanti (di Silvia Cramarossa), in pieno stile Teatro delle Bambole. Evocano scenari in cui i sogni si possono toccare con le mani e con il cuore, le immagini di animali fantastici, raccontati con la scrittura di Cramarossa, una lingua ricca, densa, orlata, preziosa, di forme linguistiche che tengono le feticiste e i feticisti del sintagma ancorati alla poltrona.
I costrutti si infittiscono, gli arcani diventano quasi degli oracoli, di nemesi, di amori perduti, di infinite metamorfosi, di memorie musicate. Se uscire vivi da questo esperimento che si chiama vita è impossibile, tanto vale uscirne con la giusta allegoria. Non si sa mai quale sarà il nostro prossimo Tarocco.
Beatrice Zippo
Foto di backstage di Pierpaolo Vitale