Sono trascorsi dieci anni dalla prima edizione di Caffè Ristretto, il laboratorio tematico e caffè letterario per detenuti della casa circondariale “F. Rucci” e dell’Istituto Penitenziario Minorile “N.Fornelli” di Bari.
Altre storie –Dieci anni di Caffè Ristretto si rivolge alla popolazione carceraria a cui saranno proposte tematiche di interesse sociale, ambientale e artistico. Il percorso laboratoriale prevede un percorso di scrittura autobiografica che sfocerà in una performance finale con i detenuti e il pubblico dal titolo “La biblioteca umana”. Il progetto si svilupperà da Ottobre a Dicembre 2023.
Ideato, organizzato e curato dalla scrittrice e direttrice artistica Teresa Petruzzelli, in collaborazione con l’insegnante presso le sedi carcerarie CPIA 1 di Bari e coordinatrice Mariangela Taccogna, Caffè ristretto nasce dall’idea che istruzione e cultura possono cambiare la vita. Anche in carcere. Soprattutto in carcere. Caffè Ristretto vuole essere dunque un intervento educativo strutturato, coordinato e coerente per un percorso di osmosi culturale e artistica tra il dentro e il fuori. Un’agorà aperta al confronto, diretto e attivo, su tematiche urgenti e rilevanti per il futuro.
«Caffè Ristretto è nato da un sogno, accolto e realizzato dall’ amministrazione comunale, un assessorato che generalmente prende in carico scuole e politiche giovanili ha accettato la sfida dall’altisonante e pretenzioso titolo: caffè letterario per ristretti che negli anni non ha mai tradito le aspettative della città come tutti coloro che vi hanno creduto. Artisti, fotografi, musicisti, giornalisti, docenti, videomaker, scrittori, gli stessi operatori e direttori delle carceri, hanno condiviso insieme a noi, momenti non sempre felici, orari scomodi, attese, cambi di programma ma senza mai perdere la speranza e la voglia di offrire un contributo a questo progetto peculiare che fa riflettere i nostri sguardi, alle due del pomeriggio, in una tazzina di caffè e non sempre quello che appare piace. A volte scendere in profondità costa fatica e dolore. La verità è che ci si sente testimoni di un privilegio: un viaggio ai confini del buio con lo strumento dell’arte e delle storie di tutti» spiega Teresa Petruzzelli.
«Un caffè letterario nel carcere di Bari? Idea bizzarra. Se lo avessero predetto, non ci avrebbe creduto nessuno. Eppure il successo di uno dei primi caffè letterari a livello nazionale, è ormai arrivato alla decima edizione – commenta Mariangela Taccogna -. In questi dieci anni, Caffè Ristretto ha attraversato numerosi ambiti di confronto tra il “dentro” e il “fuori”. Protagonisti assoluti delle attività proposte i detenuti che ad ogni edizione si mettono in gioco senza timore, acquisendo maggiore consapevolezza di sé e affiancando il percorso di riflessione critica personale. Il progetto è per loro. Ma è anche un’occasione importante di crescita e di riflessione per il territorio. Con il ricordo ancora vivo di ogni parola, sorriso, scritto delle passate edizioni, siamo già dentro il decennale di progetto, con lo stesso identico entusiasmo di sempre…».
«Questo progetto testimonia il valore del lavoro portato avanti con grande generosità da tutti coloro che scelgono di donare il loro tempo a chi è confinato all’interno del perimetro carcerario. Un ringraziamento va anche alla disponibilità della direzione del carcere di Bari e all’organizzazione di Teresa Petruzzelli e di Mariangela Taccogna che ormai da dieci anni aprono uno dei luoghi preclusi per antonomasia alla vista e alla percezione della maggior parte dei cittadini, e segnato dal dolore e dalla sofferenza e fanno entrare la bellezza dell’arte. Attraverso la lettura, la scrittura, i ragazzi e gli adulti detenuti nelle carceri baresi possono elaborare in modo nuovo il proprio vissuto sentendosi parte di una comunità, senza essere discriminati a causa delle scelte e degli errori dei propri familiari. Ma Caffè Ristretto è anche un modo per comprendere gli errori e per crescere, costruendo un futuro “altro” da quello che spesso è stato scritto per loro» sono le parole dell’assessore alle Politiche giovanili del Comune di Bari Paola Romano.
Inserito ormai nella programmazione culturale della città è un punto di riferimento per gli operatori sociali e culturali che lavorano insieme ai detenuti. Gli ospiti di questa edizione 2023 saranno la scrittrice Francesca Palumbo (Reportage dal Nepal), il produttore e distributore Corrado Azzollini (location cinematografiche in Puglia (Incontri); Manlio Ranieri, curatore del libro Baresi per sempre – Edizioni della Sera (Storie di questa città e forse del mondo…); l’associazione (S)-legamenti – Bari (Nel cuore e negli occhi); la scrittrice Tinta Valentini autrice del libro La casa delle vedove ed. Lulù che fa storie (Rinascite che accomunano); Lucia Laterza, presidente onoraria e fondatrice dell’associazione Agedo (Acronimi e volti); Salvatore Valletta, segretario nazionale Sigea-Società italiana di geologia ambientale (Ambiente e ambienti) e infine Angela Leone, past president associazione Libri Su Misura (La cura).
Finanziato anche quest’anno dall’assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Bari in collaborazione con il CPIA 1 di Bari, il progetto ha l’obiettivo- attraverso laboratori tematici, presentazioni, incontri, performance, dibattiti con il pubblico e addetti ai lavori in ambito culturale, artistico e sociale – di creare percorsi e spazi culturali all’interno delle sedi carcerarie, supportare il percorso di crescita dei detenuti coniugando la proposta culturale con il benessere e la realizzazione personale dei detenuti, nel rispetto delle differenze di ciascuno.