Ancora una volta, si è celebrata a Bari la manifestazione dell’orgoglio LGBTQI*.
Per gli amici, il 29 giugno é #BariPride.
Il polpo multicolor ha abbracciato le vie del centro e del lungomare coi suoi tentacoli, colorando di striscioni e volti luminosi la città che, come sempre, si è dimostrata aperta ed accogliente.
Una grande giornata di mobilitazione, nata dalla volontà di tutte le associazioni arcobaleno e le realtà attive nell’ambito dei diritti sociali e civili. Attorno a questo obiettivo si è stretta una rete che quotidianamente lavora in sinergia nella nostra città, creando un percorso di riflessione politica sulla fase di regressione generale dei diritti conquistati, sulle battaglie di avanzamento che si prospettano per il movimento LGBTQI*, nonché di riflessione sulle lotte passate e su come quelle rivendicazioni vivano i nostri giorni.
Quest’anno ricorre, infatti, il 50esimo anniversario dei moti di Stonewall, prima manifestazione dell’orgoglio omosessuale di New York. In quell’occasione, il 28 giugno del 1969, le donne trans si schierarono in prima fila a contrastare la violenza della Polizia. Tuttavia, negli anni, episodi di conflitto, sfruttamento ed emarginazione hanno segnato la cronaca: per citarne alcuni più recenti, a Padova, lo scorso 26 giugno, un giovane ha dovuto subire un vero e proprio sequestro, con successivo trasferimento in Bulgaria, suo paese d’origine, da parte dei suoi genitori, con l’intenzione di “rieducarlo” cancellando l’onta della sua omosessualità, o ancora, i diversi episodi di commenti sessisti rivolti alle giocatrici della Nazionale italiana femminile di calcio che ci hanno brillantemente rappresentato ai Mondiali 2019, mentre, per uscire dallo scenario nazionale, non si possono dimenticare le sanguinose stragi in Cecenia o ad Orlando.
Per questi motivi e per opporsi alla continua disumanizzazione, ha ancora un senso marciare unitamente seguendo l’onda Pride, sostenendo a piena voce che non dev’essere esorcizzata l’identità sessuale di qualcuno, piuttosto l’inciviltà e il continuo calpestare i diritti umani.
Come sostenuto da Matteo Nigri, portavoce del Bari Pride, “le violenze e le discriminazioni che vive la comunità LGBTQI* non sono qualcosa di limitato a pochi singoli, provengono dalla stessa radice che attacca le persone migranti, le donne, le persone con fragilità psichica e povere. Ciascuno di noi può essere etichettato ed emarginato per la propria identità: lottiamo insieme per abbattere questo clima di odio che coinvolge tutto e tutti.”
Il Pride, dunque, assume una connotazione più ampia, coinvolgendo tutte quelle “categorie” di persone, che per un motivo o per un altro, sono considerate diverse.
Tra tutti i simpatici striscioni e cartelli, uno in particolare spicca appeso al collo di una signora dai capelli unicorno; dice “offro abbracci di mamma a tutti i figli che li desiderano”: messaggio significativo che rappresenta la solidarietà verso tutti quei ragazzi che, per il loro orientamento sessuale, sono in contrasto coi genitori.
Numerosa è stata anche la partecipazione degli eterosessuali, a sottolineare, dunque, che il Pride non è una manifestazione di nicchia, ma un momento di condivisione, privo di discriminazione, che unisce e non divide.
Giulia Negro