Con la rassegna Maschere d’Olivo si apre la stagione del Teatro Abeliano, che quest’anno è caratterizzata dalla multidisciplinarietà, in un luogo che ospiterà prosa, danza, spettacoli per ragazzi, laboratori teatrali, master class. Un teatro vivo, vivace, colorato, multiforme, senza barriere tra una disciplina e l’altra, un luogo di arte ma anche di incontro e confronto.
Il primo appuntamento di questo ricco cartellone è stato La badante, coproduzione del Teatro Abeliano e dell’Anonima GR, scritto da Tiziana Schiavarelli con la regia di Dante Marmone, che ha visto sul palcoscenico la stessa Schiavarelli insieme a Tina Tempesta, in una pièce che, intrecciando comicità, amarezza e malinconia, ha fatto registrare i primi due sold out della Stagione.
Gina si presenta a casa di un’attrice ormai sul viale del tramonto, per essere assunta in veste di badante. È l’occasione per incontrare un’artista che ha sempre ammirato: ha visto tutti i suoi film, sia quelli del periodo in cui era in auge, sia quelli che da un certo momento in poi (complice la rottura della relazione con un famoso produttore, che ad un certo punto l’ha “sostituita” con una ventenne) ha dovuto accettare per rimanere in attività. Proprio una nuova opportunità di lavoro per l’attrice, e il suo ostinato rifiuto ad interpretare il ruolo di una nonna, è l’occasione per entrambe le donne di esprimere il proprio modo di intendere il passare del tempo, la resilienza di fronte al mutamento delle relazioni e alla perdita di appeal personale e professionale. Ma il tema è anche la trasformazione del rapporto tra la diva capricciosa e anacronistica, testardamente aggrappata al passato, quasi patetica nell’ostinata rincorsa del fascino d’un tempo, e la badante emozionata nel vedere da vicino il mito della sua giovinezza, verso il quale nutre un timore reverenziale unito a stupore.
Dinamiche in evoluzione, sentimenti e fragilità che piano piano emergono in ciascuna delle due donne, portano entrambe a svelarsi l’una all’altra. L’equilibrio iniziale si modifica radicalmente, per giungere in modo doloroso e ineluttabile alla necessità di accettare (seppure a malincuore) lo scorrere del tempo e il ridimensionamento (diciamo pure il crollo definitivo) dei fasti del passato, argomenti di rara sensibilità che avrebbero forse meritato uno sviluppo più compiuto soprattutto nel finale, che è sembrato invece un po’ contratto.
Una trama a suo modo semplice, lineare, senza particolari colpi di scena, circostanze che venivano saggiamente assecondate dalla regia di Marmone, che preferiva limitare i propri interventi affidando lo sviluppo della storia alla parola, al gesto, allo sguardo delle bravissime Tempesta e Schiavarelli, in un alternarsi di momenti comici e amari che strappavano calorosi applausi al pubblico per tutto lo spettacolo.
Complice, con tutta probabilità, l’inevitabile tensione della Prima, talvolta l’intesa fra le due prime donne non è stata perfetta, nonostante una prova votata all’indubbia professionalità e alla maestria di entrambe; confidiamo che il viaggio che “La badante” intraprenderà alla volta di altri teatri prima di tornare a Bari per due repliche nel mese di febbraio, sempre al Teatro Abeliano, saprà rendere il testo più efficace nella dinamica scenica, restituendoci un’opera di sicuro valore.
Imma Covino
Foto dalla pagina Facebook di Tiziana Schiavarelli