Antonio Tarantino, come nei suoi drammi d’esordio, torna a dare nuova vita ad un personaggio di ascendenza evangelica. Quasi integralmente in versi, in una lingua impietosa senza più privilegi di rango, dove si mescolano commedia e tragedia, il personaggio di Barabba incarna un teatro di emozioni in cui oscillano, come maschere appese a un filo, il nostro bisogno di salvezza, la nostalgia rabbiosa di un fondamento, di un’origine.” Barabba, per la prima volta in scena con la regia di Teresa Ludovico, completa un ciclo da lei dedicato al lavoro del Maestro.
“Nel 1992 ho visto lo spettacolo Stabat Mater di Tarantino interpretato da Piera Degli Esposti – racconta la regista – e sono rimasta folgorata da quel potente flusso di parole fatte di carne. Una scrittura magistrale che mi affascinava e mi intimoriva. Quando, qualche anno fa, Marco Martinelli ci propose uno studio per la messa in scena de La casa di Ramallah, ebbi un tuffo al cuore: ero eccitata dalla proposta e impaurita dalla verbosità della scrittura. Allora ho avvicinato il testo lentamente, cercando di assorbirlo ritmicamente e quando mi sono lasciata andare tutto è stato più semplice. Lo stesso è accaduto poi nella preparazione di Namur, Cara Medea e Piccola Antigone. Questi personaggi, spesso portatori di mitiche ferite, chiedono all’attore di essere incarnati così come si presentano: nudi e crudi, senza nessun giudizio. Frequentando negli anni il Maestro ho compreso la sua necessità di scorticare le belle parole per trovare la voce, magari rauca, di quella umanità che ha paura dell’altro, che si sente continuamente minacciata e che vive di doppiezza. Le storie di Tarantino si svolgono in interni, in spazi chiusi, ma sono sempre il riflesso del fuori e della Storia. Con leggerezza e ironia riesce a coinvolgere lo spettatore in temi di grande impegno sociale. Barabba forse siamo tutti noi? Imperfetti, ridicoli, mentitori? Schegge impazzite che corrono su e giù alla ricerca di un senso dell’esistenza e della morte. Con parole carnali, dense e infuocate, ancora una volta Tarantino evoca una verticalità che nella nostra messa in scena è restituita da una torre gabbia, creata da Vincent Longuemare.”
Teatri di Bari
BARABBA
di Antonio Tarantino
regia Teresa Ludovico
con Michele Schiano di Cola
spazio scenico e luci Vincent Longuemare
cura della produzione Sabrina Cocco
assistente alla regia Domenico Indiveri
SPETTATORE CRITICO
Alla replica di domenica segue il talk nel foyer, occasione per il pubblico per conversare con gli artisti.