“Nero a metà Experience”: allo Showville di Bari Gigi De Rienzo, Ernesto Vitolo e Agostino Marangolo, i musicisti dell’album capolavoro di Pino Daniele

Sono passati 44 anni dall’uscita di «Nero a metà», il simbolico titolo del terzo album di Pino Daniele, ma quell’opera conserva ancora tutta la genuinità di una forza rivoluzionaria. Il disco che ha consacrato definitivamente il genio del grande cantautore napoletano, quando aveva appena 25 anni, rivive adesso in uno spettacolo unico nel suo genere: si intitola «Nero a metà Experience» – prodotto, ideato e organizzato da Artificio Produzioni, con la direzione artistica di Michelangelo Busco – e si svolgerà al Teatro Showville di Bari venerdì 19 aprile, alle 21.

La musica di «Nero a metà» sarà celebrata in primis da coloro che hanno inciso quello storico gioiello, in studio con Pino Daniele, e che innumerevoli volte lo hanno accompagnato poi sul palco dal vivo: Gigi De Rienzo (basso), Ernesto Vitolo (tastiere), Agostino Marangolo (batteria) è il trio di collaboratori storici, nonché parte integrante del suono unico che ha caratterizzato la carriera di Daniele, al centro di questo emozionante progetto. Insieme a loro, sul palco, si esibiranno altri straordinari musicisti, per completare una line up di tutto rispetto: con Jerry Popolo al sax e Osvaldo Di Dio alla chitarra, i brani di «Nero a metà» saranno interpretati dalle voci di cantanti già molto noti al grande pubblico, come Emilia ZamunerGreg Rega e Savio Vurchio.

La vendita dei biglietti è già partita, su vivaticket.it, e in tutti i punti vendita del circuito Vivaticket (biglietti a 35 e 30 euro, più prevendita). Infotel: 099.964.81.67.

Non si tratterà di un semplice tributo, ma di un ponte dinamico che collega armoniosamente il passato al presente. Con l’intenzione di reinterpretare lo spirito delle opere di Daniele, garantendo al contempo intensità e virtuosismi emotivi, tali da rendere il concerto un’esperienza indimenticabile. Ogni performance diventerà un dialogo tra generazioni, un’occasione per riscoprire capolavori intramontabili e per esplorare nuove dimensioni sonore.

In «Nero a metà», e in brani immortali come «I Say i’ sto ccà», «Quanno chiove», «A me me piace ‘o blues» o «Alleria» convivono poesia, Oriente e Occidente, il Mediterraneo, la fusione dei generi, il jazz, il blues, la malinconia e la rabbia, la creatività che sgorga naturale dai vicoli della città vecchia. C’è la Napoli più bella, simbolo del Sud che sa ribellarsi e far sentire la propria voce. In quella musica la lava del Vesuvio si mischia alle sorgenti del Mississippi, e sa essere un mare infinito su cui navigare senza sosta. Piena di carezze ed energie vitali. «Tanto l’aria s’ha dà cagnà», cantava Pino Daniele. E l’aria stava cambiando davvero, in quel 1980 che regalò due scosse di terremoto: quella definitiva al cantautorato italiano, e quella tragica del 23 novembre, quando la terra diede uno schiaffo fortissimo anche a Napoli. Ma Pino Daniele era un artista già molto avanti allora, e continua ad esserlo oggi, ogni volta che la sua musica risuona da un palco.

«L’opera di Pino – spiega Gigi De Rienzo – assume sempre di più una dimensione internazionale, col tempo che passa, ponendolo allo stesso livello dei più grandi autori e compositori di musica popolare, alla stregua di un Jobim, Bacharach o Stevie Wonder. Oltre al dono naturale di una scrittura di testi poetici e incredibilmente efficaci, il suo lavoro è sempre stato agitato da una incessante ricerca musicale, spinta ben oltre il livello ordinario delle canzoni italiane. Anche per questo, dopo un primo periodo “napoletano”, ha arricchito il suo lavoro collaborando con alcuni fra più grandi musicisti della scena internazionale, come Wayne Shorter, Chick Corea, Pat Metheny, Steve Gadd e tanti altri. Tutto ciò ha anche elevato il gusto dell’inconsapevole ascoltatore medio, che difficilmente avrebbe avuto occasione di ascoltare artisti e forme musicali di quel calibro».

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