A Bari l’associazione Nel Gioco del Jazz celebra l’incontro tra il contrabbasso di Marco Bardoscia e il clarinetto di Gabriele Mirabassi 

Dopo la ricognizione della scena americana con Steve Coleman, Scott Hamilton e Jim Rotondi, la rassegna «Musiche Corsare» organizzata dall’associazione Nel Gioco del Jazz, quest’anno dedicata all’arte dell’esplorazione nel segno di Marco Polo a settecento anni dalla scomparsa, giovedì 21 marzo (ore 20.45), al Teatro Forma di Bari, celebra l’incontro discografico tra il contrabbassista salentino Marco Bardoscia e il clarinettista Gabriele Mirabassi concretizzatosi nel progetto naturalistico «LegnoMadre» pubblicato dalla Tuk Music di Paolo Fresu. A sostegno dei due musicisti, un trio di grande coesione stilistica comprendente il pianista William Greco, il batterista Dario Congedo e il percussionista Simone Padovani.

Rispetto ai precedenti lavori di Bardoscia, «LegnoMadre» risulta ricco di colori più latineggianti, frutto di una profonda passione mai sopita per la musica cubana e brasiliana. Per certi versi ci si trova anche davanti ad una più profonda azione spirituale, già emersa in passato nel lavoro del musicista pugliese, capace di collegare uomo e natura.

Anche per questo il suo storico trio viene allargato a quintetto con la presenza di un raro esempio di sensibilità musicale quale quello di Simone Padovani e l’illuminante presenza di Gabriele Mirabassi, un  gigante della scena europea che ha legato il proprio nome alle espressioni più significative del jazz mediterraneo. Il tutto per nobilitare al massimo l’affiatamento di un progetto che unisce personalità scaturite dallo stesso importante nucleo collegato alla «musica pensante» di oggi.

Nelle parole del suo autore, «LegnoMadre» è la naturale prosecuzione di «The Future Is a Tree», uscito sempre la Tuk Music, nel 2020. E il messaggio è ancora una volta quello di restare vigili per proteggere la nostra madre terra, il legno dei nostri amati alberi, materiale «sacro» per il suo essere vivo, malleabile, duro e flessibile allo stesso tempo, per la sua capacità di proteggerci e scaldarci, per la moltitudine di impieghi che se ne possono fare.

Tra l’altro, il legno è il materiale di cui sono fatti tutti gli strumenti di questo progetto. E ecco allora che «Legno Madre» diventa il canto d’amore del legno (e di chi lo suona) per la madre Terra. «I passati anni di pandemia – spiega Bardoscia – hanno spostato la nostra attenzione sulla nostra salute, su noi stessi e in generale sull’umanità, generando un pensiero principalmente antropocentrico. Ma l’uomo non è che uno degli elementi della natura che lo circonda. Ed è pericoloso avere una visione così limitata della realtà. Non c’è futuro per gli uomini senza il rispetto e l’amore per il mondo che li circonda. E se si impara ad amare un fiore, un albero, un uccello o un fiume stiamo già amando noi stessi e il nostro prossimo. Per cui, la lezione più grande ci viene proprio dalla natura e dall’armonia che la regola. Proprio come accade in una musica ben organizzata, in cui per ognuno c’è spazio e tutti sono importanti. E grazie a questa pluralità la musica suona meglio, diventando armonia».

E in perfetto equilibrio, con un viaggio ideale tra Tunisia e Salento, la rassegna «Musiche Corsare» si chiuderà sabato 23 marzo (ore 20.45) con l’incontro tra Dhafer Youssef, ultimo menestrello della tradizione musicale araba, e il sassofonista dalle sonorità mediterranee Raffaele Casarano, che con Mirko Signorile al pianoforte, Gianluca Aceto al basso, Marco D’Orlando alla batteria e Alessandro Monteduro alle percussioni presenta. l’album «Anì Live».

Info e prenotazioni biglietti 338.9031130 – 351.2101227 – nelgiocodeljazz@outlook.it. Prevendite biglietti online su Liveticket e vendita al botteghino del Teatro Forma a partire dalle ore 16 del giorno dell’evento.

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