Torna a Bari il Teatro dell’Elfo con Moby Dick alla prova di Orson Welles (dal 4 al 7 aprile) diretto da Elio De Capitani in esclusiva regionale. Gli orari come sempre sono: giovedì 4 alle 19.30, venerdì 5 e sabato 6 alle 21, domenica 7 alle 18.
Moby Dick alla prova, (Teatro dell’Elfo/Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale) scritto (oltre che, a suo tempo, diretto e interpretato) da Orson Welles, è lo spettacolo a cui Elio De Capitani ha lavorato nel corso dell’inverno del 2020/21 e che è giunto al debutto l’11 gennaio ’22 all’Elfo Puccini di Milano, ottenendo un grande successo.
«Il testo di Welles, inedito in Italia, è un esperimento molteplice» sottolinea il regista «Blank verse shakespeariano, una sintesi estrema del romanzo, personaggi bellissimi, restituiti in modo magistrale e parti cantate. Noi abbiamo realizzato questo spettacolo ‘totale’, con in più la gioia di una sfida finale impossibile: l’apparizione del capodoglio. E con un semplice trucco teatrale siamo riusciti a crearla in scena».
La produzione di questo spettacolo di dimensioni corali vede associati il Teatro dell’Elfo e il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale. In scena accanto a De Capitani (che interpreta Achab, padre Mapple, Lear e l’impresario teatrale) troviamo Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Massimo Somaglino, Michele Costabile, Giulia Di Sacco, Vincenzo Zampa. Il cast salda le eccellenze artistiche di tre generazioni di interpreti. La musica dal vivo di Mario Arcari e i canti diretti da Francesca Breschi (vibranti rielaborazioni degli sea shanties) riempiono intensamente la scena generando emozioni profonde, in uno spazio dominato da un fondale enorme, eppure leggero, cangiante e mutevole, capace di evocare l’immensità del mare e la presenza incombente del capodoglio.
Orson Welles portò al debutto il suo testo il 16 giugno 1955, al Duke of York’s Theatre di Londra. Lo mise in scena in un palco praticamente vuoto, scegliendo di non dare al pubblico né mare, né balene, né navi. Solo una compagnia di attori e sé stesso in quattro ruoli, Achab compreso. E vinse la sfida di portare in teatro l’oceanico romanzo di Melville gettando un ponte tra la tragedia di Re Lear e Moby-Dick: l’ostinazione del re – che la vita, atroce maestra, infine redimerà – si rispecchia in quella irredimibile, fino all’ultimo istante, dell’oscuro e tormentato capitano del Pequod.
Splendidamente tradotto per l’Elfo dalla poetessa Cristina Viti, il copione di Welles restituisce con forza d’immagini la prosa del romanzo.
Il programma della quattro giorni si arricchisce, nell’ambito del progetto TPP Dentro la scena, anche di due incontri con Elio De Capitani e la compagnia dedicati alla promozione del pubblico, nell’ottica dell’approfondimento e della consapevolezza rispetto ai temi trattati e della conoscenza delle realtà teatrali. Venerdì 5 dalle 10 alle 13 al Teatro Piccinni nell’ambito del progetto TPP-Accademia di Belle Arti Dal palcoscenico alla platea. Un’esperienza con la prosa contemporanea.
Sabato 6 aprile, sempre al Teatro Piccinni, alle 11, si terrà invece il dialogo Natura. Madre o matrigna?, interverrà Massimo Trotta, del CNR, la moderazione è affidata a Giancarlo Visitilli.
AGLI INCONTRI si accede prenotandosi su EVENTRIBE: https://www.eventbrite.it/e/740154691607?aff=oddtdtcreator
I PROSSIMI SPETTACOLI AL TEATRO PICCINNI:
Per la sezione Danza (a scelta per gli abbonati) il 13 aprile alle 21: Silvia Gribaudi, MM Contemporary Dance Company con Gran Jeté.
Sull’idea del “grand jeté”, la grande spaccata in aria che viene definita come uno dei passi più impressionanti e virtuosi dell’arte del balletto, il nuovo progetto coreografico di Silvia Gribaudi esplora la fine come fonte di nuovi inizi. Un “grand jeté”, un istante per sfuggire alla gravità, è un passo di transizione che consiste in una momentanea sospensione e in un “lancio” nell’aria. Esplorando il significato metaforico di questo passo virtuoso nella vita di tutti i giorni, GRAND JETÉ diventa un’occasione per ribellarsi e sfidare l’irreversibilità di qualsiasi tipo di finale. Quanto sforzo richiede questo decollo verso l’ignoto e quali prospettive può aprire un atterraggio? Alla luce di questo salto di energia esplosiva, come possiamo affrontare il fallimento come risorsa per decollare di nuovo?
Dal 18 al 21 aprile in scena Lunetta Savino con un’intensa interpretazione deLa madre, ultima opera della trilogia di Florian Zeller. Con Andrea Renzi, Niccolò Ferrero, Chiarastella Sorrentino, la regia di Marcello Cotugno, Ne La Madre Zeller indaga con estrema acutezza il tema dell’amore materno e le possibili derive patologiche a cui può condurre. La partenza del figlio, ormai adulto, viene vissuta dalla donna come un vero e proprio tradimento, come abbandono del nido, a cui si aggiunge una decadenza dell’amore coniugale in atto da tempo. Nella società liquida e levigata di Zygmunt Baumann e Byung Chul Han il senso di colpa non basta più a tenere vicini i figli. Nel dolore del lasciarli andare, per una madre, c’è tutta l’accettazione della vita nel suo divenire, c’è del lasciar andare una parte di sé per rinascere nel distacco.
Silvio Orlando calcherà le scene del teatro comunale il 25 alle 19.30, il 26 alle 21 e il 28 aprile nel doppio orario 18 e 21. Spettacolo vincitore del Premio Le Maschere del Teatro Italiano 2022 come Miglior monologo. Riduzione e regia di Silvio Orlando, La vita davanti a sé di Romain Gary è la storia di Momò, bimbo arabo di dieci anni che vive nel quartiere multietnico di Belleville nella pensione di Madame Rosa, anziana ex prostituta ebrea che ora sbarca il lunario prendendosi cura degli “incidenti sul lavoro” delle colleghe più giovani. Un romanzo commovente e ancora attualissimo, che racconta di vite sgangherate che vanno alla rovescia, ma anche di un’improbabile storia d’amore toccata dalla grazia. Silvio Orlando ci conduce dentro le pagine del libro con la leggerezza e l’ironia di Momò diventando, con naturalezza, quel bambino nel suo dramma.
Ultimo spettacolo in programma il 1 maggio Festa del lavoro, HOME RUN. Compagnia Senza Piume in collaborazione con Centro Diaghilev, in uno spettacolo di Damiano Nirchio con Alessio Genchi e Vincenzo Zampa. Regia di Anna De Giorgio, Damiano Francesco Nirchio. Testo finalista PREMIO InediTO – Colline di Torino. Premio AUTORI ITALIANI- Rivista SIPARIO. Spettacolo vincitore del Premio Speciale OFF-Roma FRINGE FESTIVAL 2022. Premio VISIONARI 2022.
Lontanissimo dall’essere un adattamento di Uomini e Topi, Home Run è una drammaturgia originale che rimette al centro della discussione il rapporto tra Lavoro e Uomo nel contesto sociale e culturale dell’Occidente capitalistico. Ma è anche una storia d’amicizia e d’amore che trova nella deflagrazione l’unico modo per non cedere alla rassegnazione. Una storia che continua a correre, speranzosa e disperata, per le nostre strade con uno zaino giallo sulle spalle. Un omaggio ad un’intera generazione.
INFO: https://www.teatropubblicopugliese.it/rassegna/bari-altri-mondi-23-24/–