L’omaggio del Premio nazionale Giustina Rocca alla figura della prima avvocata della storia, tranese, vissuta a cavallo tra il XV e XVI secolo, simbolo di libertà, giustizia, progresso ed emancipazione femminile, contempla anche una pièce teatrale. Il premio, ideato e organizzato dal Club Lions ‘Ordinamenta Maris’ di Trani, con la Città di Trani e l’Ordine degli Avvocati di Trani, con i patrocini del Consiglio Nazionale Forense, Lions International – Italy, Lions Multidistrettuale 108 Italy e Distretto 108AB Puglia, Regione Puglia, PACT, Provincia BAT, Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’, Croce bianca, Commissione “Pari opportunità Trani” e Rai Puglia, in collaborazione con i partner Giurispedia, Edizioni Duepuntozero e Skémata, si svolgerà nei giorni 24 e 25 maggio a Trani con il sostegno degli sponsor: il maestro artigiano Matteo Tedeschi, La fille des Fleurs, BCC Santeramo in colle, Pasta Riscossa F.lli Mastromauro, Olio Tempesta, Gesfor ente di formazione e l’agenzia di comunicazione Sinestesie mediterranee.
Nell’ambito delle iniziative della prima edizione del riconoscimento, che vedrà giungere a Trani 35 giovani professioniste per la premiazione, alle 19,30 di venerdì 24 maggio, presso il Salone del Centro Bethel, in Piazza Plebiscito n.16/a, andrà in scena “La rocca di Giustina”. Lo spettacolo,nato all’interno del Progetto Giustina Rocca e ispirato alla vita della giurista tranese, è una produzione Marluna Teatro, testo e regia di Arianna Gambaccini, con le interpreti Elisabetta Aloia, Arianna Gambaccini e Maria Elena Germinario, scene e luci di Gianluigi Carbonara. Info ticket d’ingresso al numero: 3402326032 oppure cliccando il link https://www.diyticket.it/events/Teatro/17204/la-rocca-di-giustina-trani-biglietti
Con la pièce sirievoca la figura straordinaria di donna e giurista, dotata di grande auctoritas, così come riportato nel De iure patronatus di Cesare Lambertini, chiamata a risolvere una controversia ereditaria tra due suoi nipoti. Il giorno 8 aprile 1500 Giustina pronunciò in abiti muliebri e in lingua volgare (non in latino), per farsi comprendere dal folto pubblico di concittadini, la sentenza di tale arbitrato nel palazzo del tribunale di Trani e, per l’ufficio svolto, pretese ed ottenne che le fosse pagata la stessa trigesima di compenso stabilita per gli arbitri uomini. Figlia di Orazio, oratore al Senato di Napoli, e moglie di Giovanni Antonio Palagano, capitano Regio della città di Trani, la Rocca ha anche ispirato il personaggio di Porzia di Belmonte nell’opera teatrale Il mercante di Venezia di William Shakespeare e a lei, nel 2019, è stata intitolata la torre più alta della Corte di giustizia dell’Unione europea in Lussemburgo, oltre a due strade a Trani e Bari e a una scuola nella sua città (nel museo diocesano di Trani si conserva invece l’epitaffio per la morte prematura della figlia Cornelia). Nel Calendario perpetuo europeo sulla Parità di genere (Gender equality perpetual calendar), inoltre, è stata inserita una voce su Giustina Rocca alla data dell’8 aprile (giorno del lodo arbitrale).
Figura centrale nei rapporti diplomatici tra la sua Trani e Venezia, Giustina Rocca in scena è una intensa Elisabetta Aloia che interpreta un testo serrato e coinvolgente della drammaturga Arianna Gambaccini. Maria Elena Germinario e la stessa regista e autrice Gambaccini sono mirabili attrici nelle vesti delle Parche, Cloto e Atropo. A magnificare lo svolgimento della drammaturgia, le scene e le luci di Gianluigi Carbonara. Un continuum di 65 minuti che tiene avvinto il pubblico.
Tutto si svolge il giorno prima della pronuncia del lodo arbitrale. Nello spettacolo, infatti, Giustina, inconsapevole incarnazione della parca Lachesi, la notte tra il 7 e l’8 aprile del 1500 è consumata da un dilemma: andare a prendere la benedizione del doge a Venezia e diventare ambasciatrice anche per la città di Trani, oppure scegliere le vesti di arbitro per sentenziare un lodo che vede due suoi nipoti in causa? Quale servizio è più alto e più utile all’umanità? Come faranno le due parche a riportare Lachesi al suo lavoro, quello di reggere la rocca della vita, senza che nel mondo smetta di nascere crescere e morire l’umanità?
“La Rocca di Giustina” narra di come, alle volte, la storia venga scritta in maniera inconsapevole dalle sue protagoniste, che col piglio tipico della concretezza del fare femminile sistemano l’oggi, decretando legge sul domani.
Il Premio nazionale Giustina Rocca è sulla pagina FB Premio Nazionale “Giustina Rocca”