La musica di Paolo Fresu si fa parola che raggiunge il cuore

Il jazz siamo noi. Ognuno con ciò che è, ciò che pensa e ciò che suona. E’ la musica della libertà, perché non solo ci rende liberi, ma fa bene dentro così che si possa vivere meglio fuori” (Paolo Fresu)

Quando le combinazioni di parole diventano musica con versi che via via si trasformano in melodie, sinfonie e canti, tu vedi colori e ti lasci andare sulla scia di sogni, mentre si sguinzagliano emozioni.
Ecco quello che succede e si prova leggendo “Poesie jazz per cuori curiosi” (ed.Rizzoli 180 pagine, 18,00 euro) di Paolo Fresu, un libro speciale che soddisfa chi ama la cultura in tutte le sue sfaccettature: dalla musica alla poesia, dall’arte figurativa alla narrazione, affrontando con eleganza anche svariate tematiche di carattere sociale.
Ogni pagina è una ciliegina, le divori una dopo l’altra fin quando non le finisci tutte.
E così il libro lo gusti subito, di getto, per poi, però, tornarci su per meglio assaporare un verso, riflettere su un tema, ammirare le illustrazioni di Anna Godeasi.

Dopo la prefazione “Dalla musica alle parole” dello stesso Fresu, in una sorta di “zibaldone”, l’autore offre un ventaglio di testi interessanti, intriganti, emozionanti ed intellettuali.
Versi, pensieri e vissuti sono raccolti nei seguenti capitoli: Dobbiamo essere vento, L’arte fa rumore, Ho visto, L’idea di Terra che accomuna il mondo, Evanescente come i sogni, Uccelli, Aerei e aeroporti, Lo spirito dei luoghi, Città, Morsi di vita, Colori, La Sardegna che vorrei, Ritorno all’infanzia.
Ecco alcune citazioni da cui si evince che inevitabilmente grande spazio è dedicato alla musica: “Da grande vorrei fare il musicista …che innesca l’idioma dei suoni nei linguaggi dell’uomo…” “La poesia, come il jazz, non è una. Sono mille e mille modi di pensare e di sentire.” “Dobbiamo essere vento, lasciarci trasportare da quello che accade, dalle idee, da quello che sentiamo, da quello che osserviamo. Vento è colui che porta la musica al mondo”.
Durante le letture sei preso da un desiderio di farti avvolgere da melodie, entrare nelle vie creative delle improvvisazioni jazz, oppure ascoltare musicisti come John Cage, Billie Holiday, Chet Baker, John Coltrane, Miles Davis, Charlie Parker a cui Fresu fa riferimento nelle poesie del capitolo Ho visto.

Il libro è talmente intenso e ricco di suggestioni, che verrebbe la voglia di fare moltissime citazioni.
L’autore più volte si sofferma sul concetto di libertà e nelle sue svariate e diverse accezioni. Ne diventa quasi il fil rouge. Di grande interesse storico-sociale è il capitolo L’idea di Terra che accomuna il mondo che, con eleganza e delicatezza, tratta argomenti legati all’immigrazione, alla diversità, alla solidarietà, agli scambi culturali tra mondi distanti.
Alcune poesie ti fanno viaggiare e tra incontri in Aerei e aeroporti e Voli si vedono mondi lontani e intessuti di storia e storie. Con intense descrizioni “musicali”, trasportano il lettore in Africa, sulle Dolomiti, a Santiago, ad Haiti, in Senegal, in Marocco, in Sardegna, o in città come Parigi, New York, Bologna, Nuova Delhi, Roma, Palermo, Madrid e s’incontrano persone di ogni età e stato sociale, si sentono sapori e profumi.

Tra i “morsi di vita” toccante ed emozionante è “Manifesto di paternità”. Ne “I colori” il rosso, il verde, il giallo e il blu, “i miei colori preferiti”, diventano metafore di vita e racchiudono ricordi e piccoli pensieri.
L’omaggio alla terra natia non poteva mancare e in La Sardegna che vorrei il mare, le coste, la terra, il cibo, la vegetazione si mescolano in un poetico cocktail di suoni, melodie, profumi e storie. Inevitabilmente il richiamo alla sua terra apre le porte al Ritorno all’infanzia, l’ultimo capitolo, con delicati flash di memoria.

Dalle parole e dalla musica all’immagine: il viaggio è la postfazione di Ada Godeassi, una delle più note e stimate illustratrici italiane.
La disegnatrice ha realizzato le illustrazioni che è possibile ammirare in copertina e in ogni pagina del libro. Accompagnano i testi e sono belle, eloquenti, dal tocco artistico originale e pregiato. Sulla copertina è disegnato Fresu mentre suona il flicorno da cui sortiscono note “stellari” tra i rami di un grande albero e un’immensa mezzaluna dorata.

 Si tratta, dunque, di un lavoro eccellente: un gioiello imperdibile, da leggere, rileggere, soffermarsi su alcuni versi, riflettere, sognare, scoprendo mondi e sensazioni nuove, magari sulle note di un buon jazz.

Daniela Vellani

Condividi

1 commento su “La musica di Paolo Fresu si fa parola che raggiunge il cuore

  1. Sosio Tornincasa Rispondi

    Quando una recensione riesce a trasferire in chi la legge esattamente la stessa emozione e la stessa passione provata dall’autore del testo, allora si viene travolti e il desiderio di immergersi nell’abbraccio focoso del vortice testuale diventa irresistibile. Questo è quanto si prova man mano che si scorrono le parole e le espressioni sapientemente utilizzate nell’rticolo. La trasparenza di quanto effettivamente provato ti accalappia e ti trascina con sé fino a desiderare di condividere le stesse emozioni dell’autore.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.