Le “Barzellette” di Ascanio Celestini inaugurano la Stagione 2019 / 2020 del Teatro AncheCinema di Bari

Sei spettacoli di sicuro richiamo con alcuni tra i protagonisti del teatro italiano: questa è la Stagione 2019 /2020 del Cineteatro ‘“AncheCinema” di Bari che sarà inaugurata giovedì prossimo 28 novembre 2019 con la performance del grande Ascanio Celestini.

Giovedì 28 novembre 2019 ore 21
Ascanio Celestini in “Barzellette”, scritto e diretto da Ascanio Celestini e Gianluca Casadei
Le barzellette pescano nel torbido, nell’inconscio, ma attraverso l’ironia permettono di appropriarcene per smontarlo e conoscerlo.
E poi la loro forza sta nel fatto che l’autore coincide perfettamente con l’attore. Non c’è uno Shakespeare delle storielle. Chi le racconta si prende la responsabilità di riscriverle in quel preciso momento. Ma anche l’ascoltatore diventa implicitamente un autore. Appena ascoltata, può a sua volta diventare un raccontatore e dunque un nuovo autore che la cambia, reinterpreta e improvvisa.
Lo spettacolo avrà una storia di base che verrà usata come cornice, ma ogni volta le singole storie cambieranno per salvaguardare la modalità improvvisativa. Infatti il narratore ha un proprio repertorio, ma non lo riproduce mai per intero, né tantomeno con la stessa sequenza. Il testo di riferimento sarà un corpus di oltre duecento storie. Un grande contenitore che non viene mai mostrato per intero, ma sempre per frammenti: quelli utili alla narrazione di quella singola replica.

Giovedì 19 dicembre 2019 ore 21
Alessandro Benvenuti e Stefano Fresi in “Donchisci@tte” liberamente ispirato a Don Chisciotte della Mancia di Miguel de Cervantes di Nunzio Caponio adattamento e regia di Davide Iodice scene di Tiziano Fario costumi di Daniela Salernitano luci di Andrea Garbini produzione Arca Azzurra Produzioni
Una scrittura originale che prende ispirazione dallo spirito dell’opera di Cervantes, scagliando una volta di più la simbologia di questo ‘mito’ contro la nostra contemporaneità. Con vesti sgangheratamente complottiste e una spiritualità naif, accompagnato da un Sancho che è insieme figlio e disorientato adepto, il nostro Don lotta contro un mondo sempre più virtuale per mantenere intatto il suo pensiero critico coltivando ancora un’idea: l’IDEA. E se, nella giostra di pensieri che galoppano progressivamente verso l’inevitabile delirio, le menti malefiche dei giganti delle multinazionali sono il nemico contro cui scagliarsi, l’Amore è ancora il vento che soffia e muove, anche se Dulcinea, intrappolata in una webcam, può svanire dolorosamente per un banale blackout.

Giovedì 30 gennaio 2020 ore 21
Giobbe Covatta in “6° (Sei gradi)” con la partecipazione di Ugo Gangheri Uno spettacolo di: Giobbe Covatta e Paola Catella Costumi: Chiara Defant Produzione: L’Uovo Teatro Stabile d’innovazione Onlus – L’Aquila.
Ancora una volta è un numero il titolo del nuovo spettacolo di Giobbe Covatta, dopo “7” (come i sette vizi capitali) e “30” (come gli articoli della carta dei diritti dell’uomo), tocca ora al numero “6″!
Anche in questo caso il numero ha un forte significato simbolico: rappresenta l’aumento in gradi centigradi della temperatura del nostro pianeta. Tutto ciò che vedremo nel corso dello spettacolo è collocato nel futuro in diversi periodi storici nei quali la temperatura media della terra sarà aumentata di uno, due, tre, quattro, cinque e sei gradi.
I personaggi che vivranno i queste epoche saranno i nostri discendenti (figli, nipoti o pronipoti che siano) ed avranno ereditato da noi il nostro patrimonio economico, sociale e culturale ma anche il mondo nello stato in cui glielo avremo lasciato.
Ma come sarà il mondo la cui temperatura media sarà più alta di un grado rispetto ad oggi? E quando i gradi saranno due? E riuscire ad evitare aumenti superiori che porterebbero inevitabilmente alla nostra estinzione?
Il grande comico napoletano se lo è chiesto: modelli matematici applicati all’ecologia creati con solide basi scientifiche ci fanno nettamente pensare che i nostri più stretti discendenti avranno seri problemi e si dovranno adattare a (soprav)vivere in un pianeta divenuto assai meno ospitale, se non cercheremo di risolvere i problemi dell’ambiente, della sovrappopolazione e dell’energia sin da oggi.
Certo l’uomo non perderà il suo ingegno e Giobbe si diverte ad immaginare le drammatiche e stravaganti invenzioni scientifiche, sociali e politiche, che metteremo a punto per far fronte ad una drammatica emergenza ambientale e sociale. Ne emergeranno personaggi di grande verve comica indaffarati a realizzare all’ultimo momento quello che noi avremmo dovuto fare da anni.
E probabilmente i nostri discendenti ce l’avranno un po’ con i loro genitori, nonni e bisnonni; forse ci giudicheranno severamente e probabilmente troveranno estremamente ridicolo e pericoloso il nostro modo di vivere!

Venerdì 21 febbraio 2020 ore 21
Arianna Porcelli Safonov in “Piaghe” Nove monologhi scritti da Arianna Porcelli Safonov con le videotele create da Steve Magnani. Regia di Arianna Porcelli Safonov e Steve Magnani.
Piaga [pià-ga] s.f. (pl. -ghe) • 1 Lesione della cute o di una mucosa, con perdita di pus o di siero e difficoltà di cicatrizzazione; estens. ferita, lacerazione, taglio: avere le p. ai piedi, alle mani • 2 fig. Dolore dell’animo, pena, tormento || mettere il dito nella, sulla p., toccare un argomento delicato, che rinnova la sofferenza di qlcu.; anche, mostrare con chiarezza dove sta il nocciolo di un problema • 3 fig. Problema sociale grave e diffuso: la p. dell’alcolismo, della corruzione.
Sono piccole cose, niente di grave. O forse si. Sono messaggi subliminali, spacciati per avveniristici, pensieri morali che non puoi contraddire, altrimenti sei anacronistico. E poi negozi dove vieni telecomandato a comprare senza scelta personale oppure tendenze e professioni che l’universo ha decretato essere cool e tu non puoi dissentire. Sono stili di vita ai quali, se vuoi essere accettato, non puoi sottrarti. Queste sono le nostre Piaghe: castighi che pensavamo fossero divini e che invece la nostra società si autoinfligge, senza dirselo. Meccanismi culturali che inaridiscono, frustrano, immiseriscono il nostro genere. E mentre il mondo le chiama, appunto, tendenze, noi sentiamo una vocina nello stomaco che le chiama col loro nome proprio: problemi sociali, Piaghe.
Una linea comica cruenta, a metà strada tra satira e stand-up comedy, per raccontare le Piaghe: la filosofia del contatto giusto, la grande distribuzione e i centri commerciali, i giudici dei talent show, la pioggia insidiosa di password, il dramma di chi non è abbastanza cool, il dramma di chi lo è troppo.
Piaghe è uno studio sui disastri culturali ai quali siamo assuefatti, una caccia alle streghe del nostro secolo, scherzosa ma serissima, una protesta contro l’intrattenimento e i suoi temi ideati per far dimenticare invece che pensare.

Domenica 22 marzo 2020 ore 21
Gabriele Cirilli in “Mi piace… di più” Produzione MA.GA.MAT srl
Lo spettacolo si dipana attraverso il backup del cellulare di Gabriele Cirilli. Le immagini che scorrono velocemente danno spunto per parlare di cose, persone, avvenimenti, a ritmo serrato. Il filo conduttore è la risata. Il coinvolgimento è totale: chi può rimanere indifferente a un “MI PIACE”?

Giovedì 16 aprile 2020 ore 21
Anna Foglietta in “Il comunismo mi ha rovinato la vita (ma c’è ancora speranza)” produzione Teatro Stabile d’Abruzzo in collaborazione con Stefano Francioni Produzioni regia di Edoardo Leo.
“Fin da bambina mi sono sempre battuta per difendere i più deboli, dimenticandomi spesso (anzi sempre) di difendere me”.
Questo spettacolo sarà una seduta di psicoterapia aperta e divertente, durante la quale si sviscereranno i limiti delle ideologie e dei credo religiosi e di come possono trasformarsi (senza le adeguate istruzioni per l’uso) in zavorre che impediscono di vivere felicemente le nostre esistenze. Attraverso i ricordi e suggestioni da condividere con il pubblico si potrà ridere e riflettere sulle nostre vite condizionate inconsciamente dagli altri.

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