Vedi Taranto e poi suona – capitolo I: ‘The Smile’ aprono il loro Tour italiano infiammando il pubblico del Medimex 2024

Sono stata bambina quando le autoradio si toglievano dall’alloggiamento della macchina per portarsele dietro e scongiurare il rischio di farsi rompere il finestrino e farsele rubare: in pratica, come cantava Toto Cutugno, negli anni ‘80 si stava “con l’autoradio sempre nella mano destra”, soprattutto in città come Taranto. Per me bambina di provincia la parola Taranto significava furti, cozze, scippi e ponte girevole o pontepuntapenna (detto proprio tutto attaccato).

Sabato sera invece, mentre cammino di lena per raggiungere la Rotonda del Lungomare e il palco dei The Smile, Taranto è diventata una enorme e seducente creatura marina: scura come il fondale degli abissi e umida, soffocante ed elettrica, la luna piena, piena come non l’avevo mai vista, si immerge grassa nella foschia del lungomare e il mare è piatto. Fermo, asciutto. Per raggiungere la Rotonda dai parcheggi riservati al Medimex bisogna percorrere due chilometri a piedi perchè non ci sono navette, credo qualcuno l’abbia fatto apposta per farti scoprire questa meravigliosa conchiglia spartana che affonda le punte delle ancore nella sabbia del mare, questa città mitica che ha eretto enormi palazzi fortificati sulle rotondità del golfo, questa città che unisce maschile e femminile, che resta autentica mentre la riqualificano, che gira le spalle ad una industrializzazione senza senso per riprendersi la sua storia.

Il primo approdo al Medimex è il video mapping proiettato sul Castello Aragonese “Infinite Loop AI Endless Exploration” di Roberto Santoro e Blending Pixels dove è ancora una sirena a incantare i passanti, capelli blu e occhioni, capelli neri e labbra rosse, la sirena tarantina si trasforma e ammalia. Ancora un po’ di strada piatta, piatta come sono le strade delle città di mare, e dopo alcune svolte tra i palazzi ecco svelarsi il palco in tutta la sua enormità, ai palchi enormi del Medimex sono abituata e non sono le dimensioni che mi impressionano, piuttosto ad impressionarmi è la capacità di tre persone di fare musica come se sul palco ce ne fossero il doppio.

Nel presentare gli artisti e il concept dell’edizione 2024, Cesare Veronico coordinatore artistico di Puglia Sound e Medimex, aveva detto “quest’anno il progetto Medimex riguarda la nobiltà della musica pop colta”, in quattro parole tutto lo stile di The Smile. Che non sono i Radiohead anche se sul palco ci sono Tom Yorke e Jonny Greenwood, che sembrano i Radiohead solo se sei una persona superficiale, che sono eleganti, colti ed estremamente imprevedibili, che suonano con Tom Skinner, un punto di riferimento della scena underground londinese, e Robert Stillman. Sulla Rotonda del Lungomare c’erano circa seimila persone completamente centrate, seimila persone che hanno creato un corpo unico, vibrante e attento. Gli Smile suonano, punto. Non sono sul palco per starti simpatici, non cercano l’approvazione ma suonano e basta, esprimono con la loro musica una varietà impressionante di sensazioni, è stato un concerto a tratti lisergico ma anche rock, potente con sfumature jazz funk, Tom Yorke cambia strumenti come si cambiasse una maglietta, parla in italiano e sempre resta sospeso sul pubblico, nell’aria, con la sua voce eterea, se non ci fossero Greenwood e Skinner si rischierebbe di vederlo volare via.

Quella del 23 giugno è stata la prima data italiana del tour dei The Smile, sono stati venduti circa seimila biglietti, molti dei quali sono stati acquistati dall’estero, il Medimex è un appuntamento imperdibile per chi fa musica, non è solo concerti con nomi della scena internazionale, è un momento di confronto e di formazione per i musicisti, i produttori e gli addetti ai lavori del mondo musicale.

Dietro al palco c’è un lavoro importantissimo dedicato alla musica, durante i giorni dei live ci sono presentazioni di libri, showcase, incontri, mostre fotografiche, workshop, per questo Medimex è un appuntamento di sviluppo culturale a tutto tondo, spostarlo da Bari a Taranto ha indicato una chiara volontà di investimento sul territorio da parte delle autorità regionali. Quando partecipo ad eventi come questo penso sempre a Riccardo Selvatico, il sindaco che nel 1894 istituisce la prima Biennale di Arte a Venezia e spero sempre che sia l’arte con la sua gentilezza e non l’industria con la sua arroganza a riscattare Taranto e il Sud Italia da una visione miope di classi politiche poco preparate a governare un paese di grande bellezza.

Simona Simone
Foto per gentile concessione del Festival

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