È andato in scena, giovedì 28 novembre, inaugurando l’annuale Stagione di prosa del Teatro polifunzionale Anchecinema di Bari, il nuovo spettacolo di Ascanio Celestini “Barzellette”, trasposizione scenica del libro pubblicato dallo stesso qualche mese or sono.
Una performance sicuramente all’altezza della statura di Celestini, grande narratore, come pochi ce ne sono in giro, ed acuto indagatore dell’umanità nelle sue molteplici manifestazioni e delle relazioni umane nella loro ridicolezza e al tempo stesso tragicità.
Celestini è affiancato, nella sua narrazione, da Gianluca Casadei (autore delle musiche) che, con il piano e la fisarmonica, costituisce quasi un contrappunto musicale al soliloquio del nostro.
La narrazione si sviluppa lieve sin dall’inizio: il ferroviere, che attende un fantomatico capo-stazione (che potrebbe essere anche una fantasia vera e propria, o egli stesso) deve riempire un “brogliaccio” per consegnarlo al suo diretto superiore.
E racconta storie e storie e storie; passando da storielle di poche parole (meglio un uovo o una gallina) ad altre più articolate e complesse; da racconti di grande tragicità (la morte di Pinelli descritta come un “volo”, o la stazione terminale di Auschwitz, dove arrivarono oltre due milioni di persone ma non ne ripartì nessuna) a battute a sfondo sessuale.
Il segreto di Celestini sta proprio nel saper miscelare i contenuti dei suoi racconti, anche quelli che sono assolutamente distanti tra di loro, usando sempre lo stesso tono narrativo. Sicchè l’atmosfera che si crea in sala è di grande gradevolezza, che non deborda mai in una risata sguaiata, e che lascia comunque nello spettatore un bisogno di riflessione e di ripensamento su temi veri e profondi.
In questo senso, la scelta di affiancare alla narrazione un sottofondo musicale pare assolutamente proficua e si integra benissimo nello spettacolo tutto. Come pure la scelta degli stessi brani (credo di creazione dello stesso musicista), e la loro stessa esecuzione, appaiono assolutamente congrue ed appropriate.
Il pubblico presente, che avrebbe sicuramente dovuto e potuto essere più numeroso, ha seguito con la massima attenzione la narrazione, recependo, a mio modo di vedere, l’intento profondo e l’anima di questa ennesima prova di maturità dell’artista.
E questo va anche ad onore del teatro polifunzionale Anchecinema che si é ormai consolidato come una realtà di grandi produzioni e proposte culturali, abituando il suo pubblico a questo genere di spettacoli.
Come ultima notazione, vorrei dire che l’artista mi è parso non al massimo delle sue potenzialità espressive; insomma un po’ giù di tono.
Ma poco male.
Onore alle barzellette ed alla loro leggerezza.
Franco Muciaccia