Ci era sfuggito questo simpatico fatto di cronaca di qualche settimana fa, di settembre, per l’esattezza.
Siamo a Lagosanto, un comune in provincia di Ferrara sul delta del Po.
Zona di pesca di anguille e capitoni.
Nell’ultima tornata elettorale della primavera scorsa, il capoluogo di provincia e alcuni comuni come Lagosanto sono passati alla destra.
Il giovane e vivace segretario locale di Fratelli d’Italia è stato nominato Assessore alle Politiche Giovanili, Associazionismo e Pari Opportunità.
Il tipo, in una serata di settembre, decide di andare a far rifornimento di un po’ di roba da un famoso spacciatore da tempo sotto controllo della polizia. Mo’ non è chiaro se volesse festeggiare con la cocaina la sua nomina con i suoi amici oppure se a sua volta la dovesse rispacciare ad altri consumatori.
Come è e come non è, il tipo viene pizzicato durante un blitz che porta all’arresto in flagrante dello spacciatore capo e alla segnalazione dell’acquirente alla Prefettura e all’Assessorato locale (cioè a lui stesso) quale “assuntore”.
Capita, inutile fare moralismo straccione come quello che fa il suo partito.
Certo, non sono belli ambienti quelli dello spaccio, è facile finire in gattabuia; e non sempre è piacevole avere a che fare con qualche sniffato cronico visibilmente alterato e che ti costringe ad ascoltare le sue menate complottiste ma, purtroppo, è un fenomeno su larga scala.
Possiamo ironizzare quanto vogliamo sui fratelli e le sorelle d’Italia, sui loro fiancheggiatori Poundiani spesso al centro di oscure e sanguinose vicende di droga, sull’amico trafficante internazionale tifoso del Milan e del Capo della Lega con cui si fa fotografare ma la realtà è quella.
Poco piacevole, ad avviso dello scrivente.
Va detto, tuttavia, per ripristinare, almeno parzialmente, l’onore di questi ambienti, che, come nel caso dell’Assessore Cavaliere, acquistano roba italiana e da rivenditori italiani.
Al 100%.
Nessun problema, dunque.
La facciata è salva.
Meno male, siamo più tranquilli.
Lng