Prosegue al Castello Baronale Caracciolo di Cellamare il festival ‘URTIcanti 2024’ con “Culla e Tempesta”, il debutto live dell’ultimo progetto discografico delle Faraualla con Pippo D’Ambrosio

Il 27 agosto il festival URTIcanti prosegue al Castello Baronale Caracciolo di Cellamare con “Culla e Tempesta”, ultimo progetto discografico (Zero Nove Nove) del quartetto vocale Faraualla – Gabriella Schiavone, Teresa Vallarella, Maristella Schiavone e Loredana Savino – col percussionista Pippo D’Ambrosio, un itinerario nella tradizione popolare pugliese, attraverso la Murgia e il Mediterraneo, passando dalla polifonia rinascimentale, la neo-avanguardia, facendo la spola dall’Ars nova al pop, dal folk al jazz. Nessuna sofisticazione: la voce e le percussioni sono corpo e suono allo stato primordiale.

Biglietto unico a 5 euro, da prenotare a urticanti@gmail.com. Vendita online direttamente il sito www.urticanti.com

Il mare è culla e tempesta. La natura, maltrattata dall’uomo e mai ceduta, è culla e tempesta. I bambini, le vere vittime di questi tempi bui, che soffrono senza capire perché ma che cercano inesorabilmente la gioia di vivere, sono una Culla e una Tempesta. Prodotto dall’etichetta discografica Zero Nove Nove e distribuito in Italia da Self, in Francia da Inouïe, in Olanda, Belgio e Lussemburgo da Xango Music, e sui migliori store online attraverso Believe Digital, “Culla e Tempesta” è il nuovo album di Faraualla: 14 brani che parlano ed esprimono poesia e violenza,  divertimento e sacrificio, guerra e resistenza, favole e dura realtà.

Le voci di questo quartetto, che da tre decenni conduce attraverso viaggi indimenticabili, riemergono dal mare, nuotando tra le espressioni vocali di etnie ed epoche storiche diverse. Per Gabriella Schiavone, Teresa Vallarella, Maristella Schiavone e Loredana Savino ogni composizione ha come punto di partenza e di ispirazione un’atmosfera che affascina, o un’immagine o un sentimento certo, che l’immediatezza espressiva della voce ritrae. Le possibili combinazioni di colori vocali, note e schemi ritmici sono praticamente infinite. Nel momento creativo, ogni nota è conseguenza della precedente, ogni suono viene affinato grazie a ciò che accade dopo; un accordo può suonare gradevole o sgradevole, debole o forte, a seconda dell’accordo o della pausa che segue. È così che la trama di una composizione prende forma durante il processo di scrittura, tessuta attimo dopo attimo, fino a perdere il senso di quello che era il suo concetto di partenza, per esistere poi solo sotto forma di impressione sonora. Alla fine, tutto si ricompone, un filo logico attraversa e unisce le canzoni, e all’interno della musica di ognuna di esse,  si ritrovano tracce di libri amati letti, giorni di studio all’università, amori passati e proteste, difficoltà e senso di appartenenza.

Questo disco è fatto di tutto questo. 14 brani, ognuno molto diverso dall’altro, con cover e canzoni originali, testi in italiano, in dialetto e in inglese e poi, ancora una volta come nei lavori precedenti, in lingue inventate e sillabe sonore. Tutto converge nelle due parole che formano il titolo dell’album: Culla e Tempesta. Alcune di queste canzoni sono state create per spettacoli teatrali; Altri nascono da collaborazioni di successo con musicisti prestigiosi, altri ancora dal semplice suonare e divertirsi. Nei lavori precedenti, ogni suono scavava a fondo alla ricerca di risposte all’origine della voce, mentre in Culla e Tempesta è proprio l’assenza di confini a caratterizzare questo straordinario strumento. Da qui nasce la voglia di sperimentare e giocare con i suoni, dove si raccolgono atmosfere, immagini e sensazioni affascinanti, spinti dall’impulso creativo di muoversi attraverso l’immediatezza espressiva della voce. Una sintesi vocale luminosa e priva di etichette emerge dal cerchio sonoro creato dalle composizioni di Faraualla cantate in polifonia.

La Puglia, da secoli terra di incontro e di passaggio tra le popolazioni, è da sempre presente nel sound del quartetto vocale barese. Anche se il mare può essere il punto di partenza, il viaggio riporta sempre a Faraualla, in questa profonda e misteriosa cavità carsica, inghiottitoio di falda acquifera nel cuore dell’altopiano della Murgia, in provincia di Bari.

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