Terrorismo e ipocrisia

Terrorismo. La definizione di terrorismo può ragionevolmente essere la seguente: “lotta politica, basata su violenze indiscriminate e destabilizzanti …”. Dunque, quanto commesso dal governo israeliano nei giorni scorsi, ovvero da remoto provocare l’esplosione di strumenti tecnologici di uso di massa causando decine di morti e migliaia di feriti (avendo programmato ed organizzato l’azione molti mesi prima, usufruendo anche della collaborazione di molti soggetti compiacenti e complici) è sicuramente un atto di terrorismo.

E, da questo punto di vista, è assolutamente comparabile a quelli compiuti da Hamas il 7 ottobre, tranne che (apparentemente) per il numero di vittime causate dalle esplosioni.

Quindi, si tratta di uno sdoganamento del terrorismo come attività che può essere compiuta da stati e governi, anche quelli cosiddetti “democratici”, e non soltanto da gruppi di fanatici e di criminali.

Ovviamente Israele non farà alcuna ammissione su quanto accaduto e ciò non ci sorprenderà più di tanto se si considera che Israele non ammette mai nulla. Non ha ammesso di aver creato un arsenale nucleare in barba a tutte le leggi e gli accordi internazionali; non ha mai ammesso di aver giustificato – se non istigato – l’occupazione delle terre dei palestinesi da parte di coloni armati di tutto punto, etc… Israele non ammette mai nulla, e non si cura minimamente di osservare le decine di risoluzioni ONU approvate contro di lui.

Fatto sta che non ci può essere dubbio alcuno su chi ha messo in piedi questa azione tanto spettacolare quanto criminale. Opera certamente del MOSSAD, ad ulteriore conferma delle proprie celebratissime capacità.

Come non si può dubitare sullo scopo di tutto ciò (come dei crimini e delle violenze a Gaza e in Cisgiordania) cioè quello di eliminare il popolo palestinese dalla faccia della terra. In sostanza, un genocidio come da gran parte del mondo ormai si grida.

Veniamo adesso alla IPOCRISIA. La palma d’oro su questo argomento spetta agli USA, i quali talvolta si scandalizzano delle iniziative di Israele e altre volte si dichiarano ignari delle decisioni prese da quello stato. Salvo poi a rifornirlo di armi di ogni tipo e di assistenza per l’addestramento e l’utilizzazione di quelle.

Ma gli USA, pur essendo palma d’oro in ipocrisia, non hanno l’esclusiva di essa. Basti vedere in quale modo hanno dato la notizia di quanto accaduto tutti gli organi di informazione nostrani, ad eccezione forse di due o tre: non ci si è curati di considerare il fatto che ci fossero molti morti (tra i quali, come sempre, civili, bambini, gente di passaggio sfortunata, …). L’attenzione invece si è concentrata su altri aspetti: la genialità nell’ideazione degli attentati, la precisione e la cura nella loro organizzazione ed esecuzione, la estrema efficacia di tutta l’operazione. Come se si stesse parlando di un video-gioco.

Tutto ciò nonostante ogni giorno i principali esponenti politici del cosiddetto occidente esprimano parole di dura condanna nei confronti di Israele per il modo disumano e criminale in cui sta mettendo in atto la sua risposta all’attentato del 7 ottobre. E’ come se ci si fosse assuefatti alle bombe sulle case e sulle scuole e sugli ospedali (cercando terroristi), alla farsesca partecipazione a tavoli di trattativa, senza alcuna volontà seria di trovare un’intesa, dicendo a chiare lettere che non si accetterà mai la nascita di uno stato palestinese.

L’ultima evoluzione che ha avuto l’ennesima guerra in Medio Oriente ha come scopo ultimo l’allargamento del conflitto, sì da costringere altri stati arabi ad entrare in guerra, giustificando in tal modo l’intervento diretto a sostegno di Israele delle potenze cosiddette “occidentali”. Un film già visto più volte. Tutto ciò mentre l’ONU non fa altro che condannare Israele in tutti i modi ed in tutte le lingue, con il supporto (dichiarato a parole, ma contraddetto nei fatti) di tutti i praticanti di ipocrisia. E soprattutto senza considerare che c’è un’altra guerra in corso a poca distanza, con un livello di pericolosità quanto meno pari a quella di cui parliamo.

Forse i leader politici del cosiddetto “Occidente” sono andati contemporaneamente fuori di testa e considerano arrivato il momento della “resa dei conti definitiva”, con il resto del mondo.

Teniamoci forte, il più possibile.

Franco Muciaccia
Foto dal web

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