In questi ultimi anni sono sempre di più i giovani musicisti che si affermano con caparbietà nel mondo musicale nazionale. E non a caso sono moltissimi i musicisti provenienti dal Sud, in particolare da Puglia e Basilicata. Sembra ormai che dalle nostre parti ci sia fermento in cui i musicisti crescono, si affinano, creano scambi culturali, ed alla fine riescono a conquistare la ribalta con determinazione. E forse è proprio questo favorire di iniziative e di scambi che vedono la nostra terra ricca di nuovi e talentuosi musicisti jazz.
Fra tanti degni di nota, oggi mi trovo a parlare di Giovanni Scasciamacchia, lucano di Bernalda, classe 1977, batterista ormai affermato e richiestissimo non solo qui in Puglia e Basilicata, sempre al fianco di grossi nomi. Qui a Bari lo abbiamo spesso ascoltato al Duke Jazz club (ma non solo) al fianco di Maestri affermati come Fabrizio Bosso, Steve Grossman, Dado Moroni, Rosario Giuliani, i fratelli Deidda, i fratelli Scannapieco, Andrea Pozza, Emanuele Cisi, Max Ionata, Michael Rosen, Scott Hamilton e tanti altri.
Il 24 giugno scorso è stato pubblicato (per l’etichetta ABEAT Records) il suo ultimo lavoro dal titolo “Patto armonico”. Non è di certo un’opera prima, visto che il suo album di esordio, “Jazz for Louis”, è del 2007 e da allora ne sono stati pubblicati ben 16 a suo nome, oltre ad una quindicina di partecipazioni in altre sedute di incisione.
Alla realizzazione di questo CD hanno partecipato due nomi di fama internazionale quali Dado Moroni al pianoforte, Perico Sambeat al sax alto e soprano e il salernitano Tommaso Scannapieco al contrabbasso. Il CD è stato registrato a Bari presso il Mast Recording Studio, il 26 e 27 gennaio 2024. Il giorno prima con la stessa formazione il gruppo si era esibito presso il Duke Jazz Club (è possibile trovare la mia recensione su Cirano Post al seguente link: https://www.ciranopost.com/2024/02/03/serata-deccezione-al-duke-jazz-club-di-bari-con-il-quartetto-di-scasciamacchia-moroni-sambeat-e-scannapieco/).
Dado Moroni, genovese, è di certo uno dei pianisti italiani più conosciuti ed apprezzati all’estero. Per tanti anni ha vissuto negli States, dove ha avuto modo di sonare ed incidere con tantissime leggende del Jazz americano. Il suo tocco è inconfondibile: fluido, energico e raffinato al tempo stesso. Instancabile, sempre pronto a collaborazioni con musicisti affermati, ma anche a sostenere i più giovani. Non è la prima volta che suona o incide con Giovanni Scasciamacchia.
Perico Sambeat è stata un po’ per tutti una novità. Nel 1980 ha iniziato a suonare il sax da autodidatta. Si è trasferito a Barcellona nel 1982, dove ha concluso gli studi classici di flauto. Nello stesso periodo ha iniziato a frequentare il Taller de Mùsics, dove ha studiato armonia e arrangiamenti con Zé Eduardo. Nel 1991 si è trasferito a New York, dove ha frequentato la New School. Lì ha avuto la possibilità di suonare con grandi musicisti come Lee Konitz, Jimmy Cobb, Joe Chambers, ecc. Ha collaborato anche con Steve Lacy, Daniel Humair, Fred Hersch, Bob Moses, Louis Bellson, Michael Brecker, Bob Mintzer, Maria Schneider, Pat Metheny, Kenny Wheeler, ecc. Ha insegnato in alcune delle più importanti scuole di jazz in Spagna. Attualmente, oltre la sua attività di jazzista, insegna il Berklee College of Music Valencia Campus.
L’album si compone di dieci brani, tutti scritti da Scasciamacchia. Tutti brani originali che evidenziano in modo inequivocabile la sua grande vivacità compositiva. Riguardo ai titoli dei brani, nelle note di copertina è specificato che come co-produttore del nuovo disco è stato coinvolto Paolo Insalata, presidente e direttore artistico dell’Associazione Culturale Lampus, sempre impegnato (dal 2016) per la divulgazione del Jazz nel Capo di Leuca, la parte più estrema del Salento. Dopo una serie di confronti, sono state suggerite una serie di parole chiave riconducibili al mondo del Design. Di qui i titoli di alcuni brani come “Palette”, delicatissimo, dedicato al rapporto tra suono e colore, “Schizzo”, allegro, un bozzetto che prende forma come le note su un pentagramma, “Scambio creativo”, che racconta il rapporto tra il designer che elabora un’idea e l’artigiano che la deve realizzare, “Confort zone”, che ti trasporta verso il buon umore, “Déco”, oltre ad altri titoli come “Brainstorming”, “Intreccio”, sensuale, “Scambio creativo”, scanzonato, “Lampus”, incalzante, e “Patto Armonico”, brano che da il titolo all’intero album. In questi ultimi brani Perico Sambeat utilizza il sax soprano. Non a caso il CD è stato pubblicato con il patrocinio gratuito dell’ADI – Associazione per il disegno industriale.
Impossibile sostenere che la sezione ritmica (basso e batteria) si limitino a “reggere il ritmo”. Tutti e quattro i musicisti, anche se normalmente non suonano insieme, riescono a trovare un interplay che mette in evidenza le caratteristiche di ciascuno di loro. Il piano di Dado Moroni è delizioso in ogni istante dell’intero album. Il sax alto (o soprano nei due brani indicati) è sempre fluido ed accattivante. Il contrabbasso di Tommaso Scannapieco ci regala assoli deliziosi, ma il drumming perfetto di Giovanni Scasciamacchia ci ricorda che tutto questo lavoro è opera sua. Patto armonico non è altro che questo connubio ben studiato tra Jazz e Design.
Che altro dire? C’è solo da ascoltarlo e riascoltarlo. Belle la copertina (Cover: Antonio Iacobelli; Design: Marina Barbensi). Belle anche le foto all’interno del libretto del CD, scattate il giorno prima della registrazione in un gradevolissimo concerto al Duke Jazz Club. Perchè belle? Perché le foto sono mie. Quando mi capiterà un’altra occasione del genere? In conclusione, sono tanti i motivi per acquistarlo e regalarlo.
Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro