La prima produzione Elsinor della stagione è dedicata alla scrittura dell’artista Caterina Filograno, un profilo promettente per originalità di temi e stili e per il coraggio della sperimentazione umoristica portata avanti nei lavori. Come in L’ultimo animale anche in questo nuovo allestimento ritroviamo le surrealtà della società che stiamo costruendo, a cui si aggiunge uno sguardo verso il futuro.
Al debutto in prima nazionale l’8 novembre 2024, Oleandra vede in scena la stessa Filograno, che firma anche la regia, con Giulia Mazzarino, Isacco Venturini e Francesca Osso. L’estetica dello spettacolo ( curata da Maddalena Oriani e Margherita Platè) è arricchita da numerosi pezzi unici dello stilista Giuseppe Di Morabito, creatore di un brand ultra contemporaneo ispirato all’arte e all’estetica di epoche passate con singolari inserti di elegante e ironica bizzarria. Al centro dello spettacolo, nato per sviluppare una drammaturgia attorno al tema della memoria, c’è una pianta nata e creata all’interno del Metaverso.
Tom Lincoln crede di concludere un buon affare quando compra – per poi eliminare – una villa liberty nel Metaverso. Vuole rivenderne il terreno alla vicina Maison Margiela, interessata ad ampliare i suoi possedimenti virtuali. Ma il sistema sbaglia e non elimina uno dei cespugli di oleandro che separava la Villa dall’esterno. E così quel cespuglio, di nome Oleandra, sopravvive, e mentre Tom e sua moglie Mildred si disperano attorno al mistero – e al miracolo – della sua persistenza molti altri si interrogano. Oleandra diventerà così simbolo inconsapevole della lotta al disboscamento digitale, e intanto viaggerà nel tempo e tra i mondi, per esistere, persistere, e, forse, trovare un’identità.
“La tecnologia e il virtuale sono ormai colonne portanti della nostra esistenza.
Questi nuovi pilastri stanno mettendo sempre più in discussione il nostro guardare, sentire, creare, amare, parlare. In una parola, vivere.
Ci sono molti modi per raccontare questo presente. Uno di essi è il teatro, gioco di corpi e parole, in un presente che è già passato.
Io parto dalle parole per arrivare al linguaggio, decomporlo, vivisezionarlo. In questo progetto parto dunque da una una storia che ho scritto. Storia che ha per protagonista una pianta di oleandro, seppur virtuale. Perché credo che, in questo momento storico, un dialogo filosofico/esistenziale che si interroghi sul futuro (virtuale) non possa prescindere da un confronto con le nostre origini (naturali).
Dopo alcune letture, tra cui “Metaverso” di Matthew Ball, ho iniziato a chiarirmi le idee su una materia che tuttora mi spaventa molto.
Forse per l’ignoto che in essa si cela? Credo si possa convenire almeno su una cosa: il Metaverso – al di là della nuova visione filosofico | esistenziale che di esso ci offre Marck Zuckerberg – è un luogo pensato per il guadagno.
E, inevitabilmente, anche il concetto di memoria è destinato ad assumervi risvolti e c o n o m i c i non trascurabili . La memoria qui è anche, soprattutto, la capacità di ciascun bene immateriale di persistere, lasciando le proprie tracce all’interno del sistema.
Memoria significa persistenza. E persistenza significa affidabilità economica. Dal un punto di vista c r e a t i v o m i s o n o chiesta a un certo punto che interesse personale nutrissi per tutti questi temi: onestamente non è qualcosa su cui avrei di mia iniziativa trattato, se nel 2022 non avessi vinto il bando drammaturgico FUTURO PASSATO, indetto da FESTIL Festival del Litorale in collaborazione con CSS Udine.
Considero però questa forma di scrittura una fortuna: alle volte riceviamo dall’esterno gli input per farci nuove domande. E da quando mi sono immersa in questa tematica ho iniziato a scorgerne – sia da autrice che da regista – le enormi potenzialità.
E ho capito con quanta urgenza il teatro dovrebbe parlarne.
La tecnologia sta cambiando la realtà, il linguaggio, il nostro modo di relazionarci. E sono questi gli aspetti che voglio scoprire nel lavoro con gli attori. Perché il metaverso è solo uno dei – tanti – modi attraverso cui raccontare il presente in tutte le sue contraddizioni.” [Caterina Filograno]
Teatro Fontana Milano
8_10 novembre
(venerdì ore 20.30, sabato ore 19.30, domenica ore 16.00)
OLEANDRA
Prima nazionale
Drammaturgia e regia Caterina Filograno
Cast Giulia Mazzarino, Isacco Venturini, Francesca Osso e Caterina Filograno
Aiuto regia Ilaria Marchianò
Costume design Margherita Platè
Collaborazione ai costumi Giuseppe Di Morabito
Set design Maddalena Oriani
Light design Emanuele Mestriner
Sound design Gerets
Dramaturg Francesco Melchiorri
Produzione esecutiva Elsinor Centro di Produzione Teatrale
con il sostegno del MiC e di SIAE nell’ambito del progetto Per Chi Crea
Progetto vincitore del bando di drammaturgia FUTURO PASSATO e del premio di produzione di FESTIL
Festival estivo del Litorale 24
in collaborazione con Dialoghi Residenze delle arti performative a Villa Manin a cura del CSS Teatro stabile di innovazione del FVG e con Vettori Residenze artistiche a cura de La Contrada Teatro Stabile di Trieste
con il sostegno della Fondazione Pietro Pittini
PREZZI
Intero 25 €
Under30 18 €
Over 65 / Under 14 12 €
Giovedì sera 22 €
Convenzioni 20 €
Scuole di teatro 12 €
Prevendita e prenotazione 1 €
Info e prenotazioni
+39 0269015733
biglietteria@teatrofontana.it
www.vivaticket.com