Il Festival ‘Anima Mea’ porta il viaggio dal Sudamerica ai Beatles del “Canto de amor y ausencia” a Palo del Colle, Bisceglie e Sannicandro di Bari

Risplende tra il Barocco e i Beatles, la viola da gamba e le chitarre, tra le musiche del Cinquecento di Jacques Arcadelt e la tradizione argentina, la bellezza del concerto «Canto de amor y ausencia» che il festival itinerante Anima Mea propone con la coppia sudamericana formata da Luciana Elizondo (canto e viola da gamba) e Juan José Francione (arciliuto, chitarra e charango), di scena mercoledì 6 novembre nella chiesa del Purgatorio di Palo del Collegiovedì 7 novembre nelle Vecchie Segherie Mastrototaro di Bisceglie e venerdì 8 novembre nelle scuderie del Castello di Sannicandro di Bari.

Tutti i concerti avranno inizio alle ore 20.30 e verranno introdotti da una lettura dell’attrice Nunzia Antonino dal capolavoro di Isabel Allende «La casa degli spiriti», nel quale mondo dei vivi e dei morti s’incontrano in linea con i brevi preludi letterari che accompagnano alcuni dei concerti di questa sedicesima edizione di Anima Mea, interamente dedicata al tema della guerra, così presente nella nostra quotidianità come ai tempi dell’epoca d’oro della musica nel Vecchio Continente.

Realizzato con i contributi del Ministero della Cultura, della Regione Puglia e dei Comuni di BariAndriaPalo del ColleSannicandro di Bari e Minervino Murge, della Camera di Commercio e con il patrocinio di Rai Puglia, il festival diretto da Gioacchino De Padova, in questo triplo appuntamento esplora la poesia per musica, colta e popolare, epica e intima, d’arte e pop. E lo fa attraversando secoli, società, lingue e culture, unendo creatori, esecutori e ascoltatori.

In questo program­ma Luciana Elizondo e Juan José Francione hanno selezionato brani poetico-musicali significativi degli argentini Eduardo Falù e Jaime Dávalos, di Emiliano Ferrer e Atahualpa Yupanqui, come di sua moglie Antonieta Paula Pepin Fitzpatrick, pianista e compositrice di origini francesi che si firmava con lo pseudonimo Pablo del Cerro. E, ancora, brani della coppia formata da Demetrio Ortiz e Zulema de Mirkin, del venezuelano Simón Díaz, del peruviano Félix Pasache e, poi, arrivando in Europa, degli inglesi John  Dowland e Tobias Hume, compositori vissuti a Cavallo tra Cinque e Seicento che in un gioco di specchi vengono intervallati a John Lennon e Paul McCartney, le due menti maggiormente creative dei Beatles, per poi tornare in Sudamerica alla scoperta di Luis Alberto Spinetta, figura di riferimento della scena rock argentina, e chiudere con  il creatore del madrigale cinquecentesco, il fiammingo Jacques Arcadelt

Autori che vengono cuciti tra loro, spaziando tra canzoni forti e belle, in più lingue, rivelando nuove vite di ogni pezzo. L’organico punta all’essenza, l’arco cronolo­gico è ampio. E mentre ritmo e versi si fondono, la simbio­si tra musica, danza e testo diventa apoteosi.

Info 334.2913041. Biglietti e abbonamenti su www.postoriservato.it.

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