Il Traetta Opera Festival di Bitonto trascinato nel vortice della rilettura del mito dell’antica Grecia con “Odisseo senza mare” di Flavio Stroppini con Maurizio Pellegrini

“Odisseo senza mare”?
Lo avreste mai immaginato? E’ proprio quello a cui ho assistito all’interno della sempre suggestiva cornice del teatro comunale “Traetta” di Bitonto. Una scenografia essenziale, fatta di pochi teli bianchi, come sospesi nell’aria, che alludono alle bianche vele della nave di Odisseo, l’eroe greco che resta in mare per dieci lunghi anni, vivendo avventure straordinarie e approdando in terre sconosciute e non sempre ospitali, mai appagato nella sua sete di conoscenza, accompagna una rilettura originale del nostro eroe, dopo le tante famose interpretazioni di Dante, Pascoli, D’Annunzio e Joyce, per citarne alcune.

La vera meraviglia è stata quella di provare a leggere lui e le sue avventure in maniera insolita, fuori da quei versi omerici e dalla loro tradizionale lettura scolastica, per scoprire come anche oggi esistono eroi che lottano con i loro mostri, i loro Lestrigoni, il loro Polifemo o la loro maga Circe. Tanti Odisseo le cui storie appartengono alla vita quotidiana come quella di un cinquantacinquenne licenziato, o di un diciassettenne suicidato o di chi ha sperperato tutto per il vizio del gioco o di chi urla “ mi hanno violentato !”.

In pochi minuti tanti personaggi prendono vita e affollano il palco attraverso le voci di Maurizio Pellegrini e Flavio Stroppini, il tutto realizzato con i «live electronics» di Gabriele Cavallo e l’assistenza alla produzione di Vito Antonacci. Un progetto che tra nove mesi, annuncia Stroppini, diventerà uno spettacolo che vivrà tra la Puglia e le Alpi elvetiche.

L’Odisseo spezzato che è in ognuno di noi.

Flora Guastamacchia
Foto di Flora Guastamacchia

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