Mercoledì 20 e giovedì 21 novembre, prosegue il BIG – Bari International Gender Festival al Teatro Kismet di Bari, con l’artista Nadia Beugré, danzatrice e coreografa nata in Costa d’Avorio (e la sua compagnia Libr’Arts). Mercoledì 20 novembre la serata fa parte del cartellone di DAB – Danza a Bari: l’appuntamento è alle 21 con la videoinstallazione performativa intitolata «Parts»; a seguire, un talk con la stessa Nadia Beugré in dialogo con Mackda Ghebremariam Tesfaù. Giovedì 21, sempre alle 21, Beugré porta in scena un’anteprima nazionale: la performance di danza «Filles Petroles» da lei diretta, con protagoniste sul palco Anoura Aya Larissa Labarest e Christelle Ehoué.
Biglietti per la serata di mercoledì 20 al botteghino del Kismet (evento DAB, costo 5 euro); ticket per giovedì 21 su dice.fm e al botteghino del Kismet, info su bigff.it.
Nella videoinstallazione performativa «Parts», Beugré si muove in mezzo a rottami di auto, simboli irrisori del potere motorizzato occidentale: l’artista assembla questi rottami e pezzi di ricambio, in una costruzione tanto fragile quanto effimera. Questa performance è un tentativo estremo di ricostituire e riparare.
In «Filles Petroles» la danzatrice e coreografa di origini ivoriane torna ad Abidjan, sua città d’origine, per esplorarne sogni, movimenti, energie attraverso due creazioni che ritraggono una gioventù in fiamme, dimenticata, esclusa ma ancora viva, che agisce per un futuro migliore. Protagoniste sono Aya e Christelle, che per Nadia sono due lottatrici che riecheggiano il suo stesso viaggio in un dialogo fra generazioni.
Aya, 21 anni, vive ad Abobo, quartiere caldo della città; un giorno si getta “senza rete” nel mondo della danza e per il suo stile unico si guadagna presto l’appellativo di “La Chinoise”, la ragazza cinese. Occupa uno spazio tradizionalmente riservato agli uomini per rivendicare una sessualità, prendere il loro posto, decostruendo una femminilità prestabilita.
Il duetto – un dialogo tra donne, generazioni e viaggi – è stato costruito sulla base di lunghi periodi di esplorazione ad Abobo, seguendo la vita quotidiana di Aya e Christelle, attraverso un processo di ricerca, accompagnato da una serie di workshop con altre sette giovani danzatrici di Abidjan, con le quali Beugré aveva iniziano a lavorare nel 2021 nell’ambito del suo progetto «Carte blanche», durante il Festival d’Automne di Parigi. Con questa iniziativa, Libr’Arts, compagnia di danza fondata da Nadia Beugré e Virginie Dupray, ha lanciato un programma di sostegno alle giovani artiste ivoriane.
Nadia Beugré, danzatrice e coreografa nata in Costa d’Avorio, ha debuttato nel 1995 con il Dante Theatre, e nel 1997 è tra le fondatrici di TchéTché, l’innovativo ensemble di sole donne di Beatrice Kombé, con il quale è stata in tournée per anni in Africa, Europa e Nord America, ricevendo il plauso della critica. Dopo una formazione all’Ecole des sables di Germaine Acogny in Senegal, nel 2009 è entrata a far parte di Ex.e.r.ce., programma per coreografə emergenti e di talento presso il Centre Chorégraphique National de Montpellier. Ben presto ha messo in scena le sue produzioni, tra cui il solo Quartiers libres (“Free Reign”), ancora in tournée nel 2012; Legacy, omaggio al potere delle donne ribelli nella guerra d’indipendenza ivoriana, che ha debuttato al festival La Bâtie di Ginevra nel 2015. Dopo Tapis Rouge (2017) e Roukasskass Club (2019), nel 2020 Beugré ha presentato L’Homme rare, una performance per un quintetto tutto al maschile, in anteprima alla Montpellier Danse, e ha diretto per lo Staatstheater di Darmstadt la coreografia di Atem, e di Entre deux (2022). Beugré si esibisce anche in opere di altrə coreografə, come Seydou Boro, Alain Buffard, Dorothée Munyaneza, Bernardo Montet, Boris Charmatz e, nel 2022, Robyn Orlin. Con Virginie Dupray, Nadia Beugré ha fondato a Montpellier la compagnia Libr’Arts, una piattaforma di produzione, tournée e formazione tra Francia e Costa d’Avorio. Di recente, Nadia Beugré ha ricevuto il Premio SACD 2023 per i nuovi talenti coreografici.
Mackda Ghebremariam Tesfaù è assegnista presso l’Università degli Studi di Parma e docente a contratto. Nei suoi studi si occupa di razzializzazione e colonialità in ottica antirazzista. Ha co-tradotto Memorie della piantagione di Grada Kilomba, e Undrowned di Alexis Pauline Gumbs. Mackda è tra le ideatrici della borsa di residenza e ricerca artistica dedicata ad Agitu Ideo Gudeta promossa da Centrale Fies.