Dinko Fabris insegna Storia della musica e musicologia all’Università della Basilicata (Matera) e all’Università di Leiden in Olanda. È stato il primo italiano Presidente dell’International Musicological Society, di cui è attualmente Past President.
Per il suo ritorno sulle pagine del Cirano Post, ha deciso di regalarci le tre puntate, che pubblicheremo a cadenza settimanale, del suo reportage sull’evento svoltosi in quel di Assisi per i festeggiamenti dei 40 anni di attività di “Micrologus”, il più importante gruppo di musica medievale italiano e uno dei più famosi nel mondo. A lui vanno i sentiti ringraziamenti di tutta la nostra Redazione per la straordinaria opportunità che ci offre con la sua collaborazione.
Nel settembre scorso Assisi si è trasformata per qualche giorno nella capitale internazionale della musica medievale. L’occasione era l’apertura dei festeggiamenti per i 40 anni di attività dei Micrologus, il più importante gruppo di musica medievale italiano e uno dei più famosi nel mondo, che ha sempre avuto la sua base operativa in Umbria, ad Assisi e da qualche anno anche a Spello.
Il primo concerto del gruppo ebbe luogo infatti il 2 settembre del 1984, quando si riunirono per l’occasione quattro giovani musicisti provenienti da diverse esperienze ma tutti umbri: Patrizia Bovi, cantante che dopo gli studi al Conservatorio di Perugia aveva esordito nel repertorio barocco e poi si è sempre più perfezionata nello studio e nell’esecuzione del patrimonio musicale dal medioevo al rinascimento, aggiungendo al canto la pratica dell’arpa medievale, con importanti incursioni nel campo della musica contemporanea (soprattutto la lunga militanza nel Quartetto vocale di Giovanna Marini) divenendo oggi una delle “voci” più riconosciute della musica antica; Goffredo Degli Esposti, anche lui partito dal diploma di Conservatorio e dall’esperienza del flauto traverso barocco, che gradualmente ha acquisito la capacità di suonare qualsiasi strumento a fiato del repertorio antico, dai flauti dolci alla zampogna e al “buttafuoco”; Gabriele Russo, il quale dopo gli studi classici di violino ha esplorato praticamente ogni strumento ad arco della tradizione antica colta e popolare europea e del Mediterraneo (vielle, fidule, lire e così via).
Un discorso a parte merita il quarto fondatore del gruppo, Adolfo Broegg scomparso improvvisamente il 23 aprile del 2006 a soli 45 anni: dopo il diploma di chitarra al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, si era specializzato tra i primi in Italia in liuto medievale e rinascimentale, mai dimenticando però la sua passione per la chitarra pop-rock (il Centro Studi Europeo di Musica medievale a lui intestato a Spello nell’incantevole chiesa di Santa Maria della Consolazione, espone in collezione permanente oltre ai suoi liuti antichi e orientali alcune delle sue chitarre elettriche ormai storiche).
Ho voluto ricordare le competenze dei singoli componenti prima che accennare alla storia di Micrologus, perché la relazione di forte amicizia tra i quattro fondatori è l’ingrediente primario per spiegare il successo e la longevità del gruppo. Insieme hanno lavorato, studiato, riscoperto, sperimentato un repertorio sempre più vasto e in gran parte inesplorato, affrontato con uno spirito innovativo, assai diverso dalle fredde esecuzioni “filologiche” offerte dai loro colleghi d’Oltralpe, le uniche disponibili quando hanno iniziato. Ho ripensato a quando ho ascoltato dal vivo per la prima volta i Micrologus, alla fine degli anni ’80, in un concerto a Caserta vecchia: quel che mi colpì in maniera indelebile allora resta valido fino ai nostri giorni, ed è il calore dell’esecuzione per cui musiche composte quasi mille anni fa prendono vita e ci coinvolgono assumendo il senso della nostra contemporaneità. Ciò è dovuto in parte anche ad una loro precisa scelta, quella di recuperare le modalità di trasmissione della musica di tradizione orale, che non soltanto hanno studiato per anni come etnomusicologi, ma continuano a praticare insieme ai cantori ed esecutori popolari annualmente, soprattutto nella festa per eccellenza di Assisi, il Calendimaggio.
Anche dopo la scomparsa di Broegg, e l’allargamento ad altri eccellenti musicisti che hanno reso Micrologus un gruppo “aperto” con possibilità di ampliare l’organico fino a una dozzina di interpreti, secondo il repertorio richiesto, la relazione speciale tra i quattro fondatori è rimasta intatta e palpabile, come se Adolfo non avesse mai realmente lasciato il suo posto. Lo si è visto durante la festa di Assisi, quando il suo nome è stato evocato dagli altri fondatori solo verso il finale, come per confermare la sua presenza non per sottolineare un’assenza.
Nella pagina web del gruppo (micrologus.it) i titoli della discografia riportata di 40 cd dimostrano già la vastità dei repertori percorsi con passione, curiosità e tanto studio: si va dalle Cantigas del XII secolo al Jeu de Robin et Marion, la commedia musicale di Adam de la Halle rappresentata a Napoli in epoca Angioina; dal Laudario di Cortona ai capolavori dell’Ars Nova italiana e francese del Trecento, compresa una monografia su Francesco Landini; dal Llibre Vermell de Montserrat alle composizioni sacre e profane veneziane e fiorentine alle danze cantate del primo Rinascimento, per arrivare alla musica aragonese di Napoli, alle villanelle e a collaborazioni discografiche con musicisti del nostro tempo come Daniele Sepe, e molti di questi dischi – frutto di altrettanti programmi concertistici presentati in tutto il mondo – hanno vinto premi prestigiosi della critica.
Sul versante della creatività curiosa, basterà ricordare che i Micrologus hanno composto ed eseguito colonne sonore per film prestigiosi come Ragazzi fuori e L’ultimo padrino di Marco Risi e soprattutto, nel 1991, per Mediterraneo di Gabriele Salvatores, di cui hanno poi prodotto anche un cd. Nell’ambito teatrale, dopo l’allestimento scenico del già ricordato Jeu de Robin et Marion, progetto della Fondation Royaumont che ha coinvolto anche Napoli e la Basilicata, la più prestigiosa collaborazione è stata quella con il coreografo indiano Sidi Larbi Cherkaoui per le musiche dello spettacolo Myth. The Music che dal 2007 ha continuato a girare nel mondo coinvolgendo Patrizia Bovi anche sulla scena. Ai Micrologus è dedicata la recente tesi di laurea della musicologa Benedetta Broegg, appartenente ad un ramo campano della famiglia di Adolfo, che sarà trasformata in un libro.
Dinko Fabris
Foto di Dinko Fabris
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