Con “Napoli – New York”, Gabriele Salvatores recupera un vecchio soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli per raccontare la favola del viaggio della speranza di due giovani cuori

Nasce tutto così: da un soggetto dimenticato di Federico Fellini e Tullio Pinelli e ritrovato in un baule pieno di scartoffie che Pinelli aveva intenzione di bruciare, mentre, per nostra fortuna, il destino ha voluto che quelle preziose pagine finissero nelle ancor più preziose mani di Gabriele Salvatores.

Napoli – New York” è una storia che si sviluppa alla fine degli anni ’40 ispirata ad una storia vera, una delle tante “storie vere” di quel periodo, che Salvatores rende una meravigliosa “favola neo-realista” (con un occhio ai capolavori di Vittorio De Sica), quella di Celestina e Carmine, due bambini, due scugnizzi napoletani, che nel 1949 affrontano il viaggio verso l’America dall’Italia, ognuno inseguendo il proprio sogno, il proprio destino.

A New York vive la sorella maggiore di Celestina, unica sua parente e punto di riferimento, e la disperazione, determinazione e probabilmente anche una lucida “prospettiva di vita futura”, li porta lì nonostante la giovanissima età di entrambi.

Infatti, i due piccoli attori Antonio Guerra e Dea Lanzaro sono il simbolo di quella miseria inevitabile del Dopoguerra e i loro visi sporchi ci raccontano tutta la paura, il coraggio e soprattutto l’innocenza dei loro piccoli grandi cuori.

Nota di merito per il nostro tanto amato – ed invidiatoci dal cinema internazionale – Pierfrancesco Favino, che nel film interpreta Domenico Garofalo, un personaggio decisamente ironico, ma dotato di una notevole dose di umanità.

Molto bravi anche Antonio Catania (Joe Agrillo) e Tomas Arana (il Capitano della nave), attore statunitense naturalizzato italiano interprete di film di successo come Pearl Harbor e Il Gladiatore.

La realizzazione scenica e fotografica ci dà subito la sensazione di non trovarci nella New York reale, ma in quella sognata e immaginata dagli occhi di tutti gli emigrati che hanno intrapreso questo viaggio verso la “terra promessa”, scappando dalla povertà e sognando un po’ di dignità.

Una trama lineare, semplice e chiara, sulla quale il regista sparge poesia e malinconia, non cadendo mai in un rischioso sentimentalismo o cedendo alla retorica, ma in realtà mettendo in evidenza la solidarietà che spinge i due piccoli eroi a prendersi cura l’uno dell’altra.

Tra valige di cartone e il famigerato sogno americano, il film è solo attraversato, se non sfiorato, dagli stereotipi, ma è cadenzato esclusivamente dai volti della gente e dalle emozioni che ci regalano una bellissima fiaba realmente vissuta.

Voto alto!

Samantha Pinto

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1 commento su “Con “Napoli – New York”, Gabriele Salvatores recupera un vecchio soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli per raccontare la favola del viaggio della speranza di due giovani cuori

  1. Sabrina Rispondi

    Decisamente realistico quello che ha descritto, un capolavoro senza tempo, “catapultati in un altro continente per andare a cercare fortuna”. Questa dettagliata descrizione di Napoli/ New York aiuterà i più scettici ad andare a vederlo più velocemente.

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