La narrazione delle deportazioni e della Resistenza hanno portato fino a tempi relativamente più recenti, una composizione delle forze a senso unico: fino ai sussidiari degli Anni Novanta, venivano deportati principalmente ebrei e oppositori politici, la Resistenza era appannaggio degli uomini e la liberazione la fecero gli Americani.
Per fortuna, la grande disponibilità di fonti storiche, oltre ogni insabbiamento e autoconferimento di patenti eroiche, ha lasciato emergere una verità ben più vasta: le deportazioni hanno riguardato anche disabili, etnie rom e sinti, persone con orientamento di genere non cis-eterosessuale, donne non conformi allo standard della fattrice sottomessa. Chi è rimasta nelle città non ha avuto di certo la sopravvivenza garantita.
“Alluccamm” è uno spettacolo che annovera tra le più grandi professionalità viventi, una produzione preziosa Ellegipì. Scritto e diretto da Luca Pizzurro, vede in scena Andrea Fiorillo e Carlo Liccardo, le musiche originali di Enzo Gragnaniello (intervallate da un repertorio storico di richiamo immediato), e ai costumi quel mostro sacro che è Graziella Pera. Lo spettacolo ha chiuso la Stagione 2024 del Teatro Abeliano “Maschere d’Olivo”.
Nel settembre del 1943, quando l’armistizio e il conflitto prolungato mordono molto più forte le vite e le pance vuote di chi sta provando a farcela malgrado tutto, due femminielli, maschi con identità e vesti di donna, abitano un basso napoletano, facendo i conti con la fame, i pidocchi e la violenza. Costrette a prostituirsi per poter sperare in un boccone, una sigaretta o un pugno di caffè in luogo della cicoria, non possono in ogni caso sfuggire all’imperversare dei nazisti, decisi a distruggere tutto prima che arrivino le forze alleate. La loro vita si complica, quando scelgono di non concedersi ai tedeschi e di custodire sigarette e armi di contrabbando. Lo status di graziate speciali, protette dalla comunità e apparentemente ignorate dai militari, si assottiglia lasciando che diventino delle sorvegliate speciali, mentre attorno a loro i rastrellamenti si compiono quotidianamente. Un avvenimento quasi speciale, l’arrivo di una bambina, rivela tutte le contraddizioni della loro genitorialità negata, e avviene un attimo prima che arrivino Le Quattro Giornate di Napoli, dal 27 al 30 settembre 1943. Le fonti storiche rivelano, infatti, che i femminielli, dismessi i panni di sciantose e le parrucche vistose, imbracciarono le armi assieme alle donne e ai ragazzini (gli uomini venivano chiamati a combattere, o venivano deportati), per liberare Napoli dall’occupazione, gridando (“Alluccamm”, per l’appunto) contro il nemico.
Oltre alla storicità della pièce, il piano intimista del vissuto dei due femminielli è rivelato nella sua crudezza, tanto più cruda in quanto l’epoca storica li relegava a macchiette, quando andava bene, raccontando perlopiù storie di non accettazione da parte delle famiglie, stigma sociale, sfruttamento dei loro corpi e diritti negati, in un copione che a tratti diventa di una modernità agghiacciante, vista la situazione ancora arretrata dei diritti, in alcuni Paesi dove le soggettività trans vengono messe a morte, ma anche in quella che dovrebbe essere la civilissima Italia, in cui la vulgata ancora associa l’identità trans alla prostituzione e a sconveniente promiscuità.
Lavori come questi rivedono il senso della doppia morale. Nel nostro Paese, forte con i deboli e debole con i forti, la doppia morale è fatta per conservare e aumentare le disuguaglianze e ridurre il perimetro dei diritti. Questo spettacolo, oltre a condannare il furore della guerra, restituisce l’apporto storico di tantissime parti della popolazione neglette dalla storia raccontata dai maschi bianchi, ricchi e eterosessuali.
Infine, le strade malsane e derelitte della Napoli sotto le bombe possono essere tranquillamente sostituite dalla guerra quotidiana contro la violenza, in cui le strade sicure le fanno le donne che le attraversano, contro gli abusi, i femminicidi e transicidi, perché resistere e ricordare sono parte dello stesso gesto.
Beatrice Zippo