“Imprinting music”: la rassegna in jazz della Libreria Roma di Bari ha ospitato la presentazione dell’opera prima discografica di Francesco Schepisi

A volte ti chiedi: “Perché certe cose avvengono in contemporanea e si intrecciano, si fondono, ti sorprendono? E soprattutto, io perché sono qui?”

Questa breve rassegna musicale presso la Libreria Roma, di domenica mattina, ha sorpreso tutti.  Siamo arrivati al quarto appuntamento, l’ultimo prima della pausa estiva, e quello che sembrava un appuntamento di routine non ha fatto altro che presentarci quattro giovanissimi musicisti, che nonostante tutto sono ormai sulla cresta dell’onda e cercano di cavalcarla sfruttando tutte le occasioni a loro disposizione. Sono davvero determinati, e questo gli fa onore.

L’appuntamento di domenica 13 aprile è stata una ghiotta occasione per Francesco Schepisi per presentare la sua opera prima, dal titolo “Elevation” che sarà pubblicato il 9 maggio prossimo venturo. Un’occasione per tutti noi per vivere in anteprima questo momento.

Francesco Schepisi è giovanissimo (classe 1990), ma ha alle sue spalle una carriera ormai più che decennale. Non è certo la prima volta che entra in sala d’incisione, ma come lui stesso ha evidenziato, è la prima volta che si trova a dover sponsorizzare la vendita di un CD inciso a suo nome.

Innanzi tutto parliamo dell’incontro presso la Libreria Roma. Insieme a Francesco abbiamo avuto il piacere di ascoltare Antonello Losacco, presente anche lui nella registrazione dell’album, e Gianlivio Liberti, presente sul disco solo in quattro tracce (in altre quattro è stato sostituito da Vito Tenzone). Ospiti della mattinata sono stati Aldo di Caterino, che nel CD partecipa solo ad una traccia, e Samantha Spinazzola, solo in due brani. Per la cronaca, oltre ai citati musicisti, al CD hanno partecipato anche Vincenzo Di Gioia al sax alto, Dario Schepisi alla voce e Giovanni Astorino al cello. Ospite d’eccezione in due brani, anche il trombettista americano Michael Rodriguez.

Francesco ci ha raccontato di come fosse rimasto colpito da questo musicista ascoltando un suo assolo in un disco di Charlie Haden, “Land of the sun”, nel brano Nostalgia. Nell’ascolto aveva trovato molte affinità tanto da prendere il coraggio di inviargli alcuni brani, su cui il musicista ha  accettado di buon grado di sovraincidere i suoi interventi.

A Gianlivio Liberti, con i suoi 15 anni in più rispetto agli altri musicisti, è toccato un po’ svolgere il ruolo del tutor, assecondando e sostenendo tutti gli assoli dei singoli muscisti.

Antonello Losacco è stato ineccepibile sia con il contrabbasso che con il basso elettrico. Un basso del tutto particolre, con ben sette corde. Più di una chitarra. Ci ha spiegato che rispetto al basso elettrico tradizionale, ha una corda più grave e due corde più acute. Questo comporta che lo strumento viene suonato in una modalità “più chitarristica”, dando maggior risalto all’aspetto percussivo.

Volutamente non sono stati presentati tutti gli undici i brani contenuti nel disco. Tutte composizioni originali ad eccezione di “Prelude to a Kiss” di Duke Ellington (brano cantato da Samantha Spinazzola) e il brano “The raven that refused to sing” del cantautore britannico Steven Wilson.

Durante il concerto però è stato eseguito un altro brano non originale, con la firma di Kenny Wheeler, “Everybody’s songs but my own”, non presente sull’album. Ma per chi conosce Francesco Schepisi, Kenny Wheeler resta un suo compositore preferito, tant’è vero che qualche anno fa ha presentato in duo un progetto a lui dedicato, con la complicità del trombettista Giuseppe Todisco.

L’album, come il concerto, si presenta come un viaggio di crescita personale. Un viaggio fatto di sofferenza, ma anche di rinascite. Nella scelta dei brani, sono stati presi in considerazione tutti i periodi che hanno caratterizzato questi lunghi dieci anni di carriera, partendo da una delle sue prime composizioni (Nature), scritta agli albori, quando aveva solo sedici anni, alle riflessioni eleborate durante il lockdown (Il sentiero), a brani  densi di lirismo come Pensiero mite e La mia terra lontana. Ma tra tutti i brani spicca Baby fly, dedicato a Samantha Spinazzola, sua compagna non solo nella realizzazione dell’lbum, ma anche nella vita. E un brano con una dedica di questo genere non può che essere in tonalità maggiore, dove la gioia e l’allegria diventano tangibili.

Permettetemi qualche parola in più nei confronti di Aldo Di Caterino. Ha una tecnica da fare invidia. Durante il concerto ha utilizzato sia il flauto “normale”, in do, sia il flauto contralto (in sol), dal suono più corposo.  Aldo, è più giovane di Francesco Schepisi di otto anni, e con alle spalle due registrazioni a suo nome: il disco d’esordio “Amorè” in duo con Nando di Modugno, e “Heroes” con la partecipazione davvero straordinaria di Enrico Pieranunzi (e questa collaborazione non è affatto occasionale). In un concerto, lo scorso dicembre ad Acquaviva delle Fonti, il Maestro Pieranunzi, spiegando il titolo del progetto, ha definito questi ragazzi (e a questo punto la definizione vale anche per Schepisi, Losacco e Spinazzola), degli autentici eroi, che in questo periodo storico dove il popolo degli ascoltatori segue facili schemi, si ostinano a proporre musica di qualità. E se posso aggiungere qualcosa di mio, con la frequentazione del Duke Jazz Club di Bari, che il mese scorso ha festeggiato il sesto compleanno, questi rgazzi li abbiamo visti crescere davvero e pertanto vanno sempre sostenuti.

Oltre alle riflessioni di Francesco sul retro di copertina del CD, molto belle sono le parole di Roberto Ottaviano, uno dei musicisti più signigìficativi della scena jazziztica italiana. Anche lui ha sottolineato che non si tratta solo di crescita, ma del raggiungimento di una maturità tecnica, strumentale e compositiva: “…trasportare nei suoni quel che vede con gli occhi, quello che tocca con la pelle, quel che approda nella sua esperienza vitale…”

Ottima scelta (o ottima tattica) quella di non “spoilerare” tutti i brani del CD. I più curiosi hanno acquistato in anteprima il CD. Tanti altri dovranno aspettare situazioni analoghe. I più pigri confidano in YouTube. Tutto questo grazie alla prestigiosa etichetta Abeat Records, che ne ha curato la produzione.

Auguriamo il meglio a questo musicista straordinario, che di certo non smetterà di sorprenderci. Siamo solo all’inizio di un luminoso cammino.

Gaetano de Gennaro
Foto di Gaetano de Gennaro

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.