“Non era ipotizzabile fare qualcosa dal vivo”.
Queste le parole di Davide Giardino, presidente di TEDxBari, in un dialogo con Alessandra Montemurro, giornalista e responsabile dell’ufficio stampa dell’associazione.
Inizia così la V edizione del TEDxBari, svoltasi in streaming venerdì scorso. Per il 2020 è sembrato opportuno, a causa dell’emergenza Covid, portare l’evento nelle case degli spettatori. L’organizzazione della conferenza-spettacolo è cambiata più volte durante gli ultimi mesi e con essa anche il tema attorno al quale costruire l’intera edizione.
Alla fine si deciso di parlare delle “parentesi”, intese come segno grafico e come pausa, partendo da quel tempo sospeso che abbiamo obbligatoriamente vissuto durante il lockdown.
Questa anomala edizione del TEDxBari è durata quasi due ore e si è articolata in cinque speech tenuti da Mario De Pizzo, giornalista del Tg1, Bianca Felicori, architetto, autrice e ricercatrice, Marco Giuliani, cantante jazz, Francesco Maria Asselta, autore teatrale e televisivo, Giuliana Galati, Philosophiæ Doctor in Fisica, tutti intenti ad individuare le possibilità di ripensare lo spazio urbano in questo tempo di separazione o dei social che spesso vengono associati ai momenti di pausa, ma che in realtà si possono trasformare in spazi di espressione per professionisti e di come la loro informalità abbia diffuso l’informazione.
Dopo un inizio un po’ sottotono e poco ritmato e avvolgente, lo spettatore è stato ammaliato dalle note di “Fly me to the moon” eseguita da Marco Giuliani, che ha poi raccontato di come le sue parentesi, cioè i momenti di pausa in cui si dedicava alla musica, si siano allargate sempre di più stravolgendo la sua vita; la pausa vista, dunque, come uno spazio di libertà che può condurre anche alla realizzazione dei propri sogni, perché, citando Apollinaire, “di tanto in tanto è bene fare una pausa nella nostra ricerca della felicità ed essere semplicemente felici”.
Negli speech successivi, la parentesi è stata finanche accostata al momento che precede lo spettacolo, che coincide con l’apertura del sipario in cui dalla mente dello spettatore viene cancellato tutto il mondo esterno, sino a credere che il tempo stesso si sia fermato, come nei film di fantascienza o nei trucchi di magia.
Concludendo, possiamo affermare che, per colpa o per merito della situazione pandemica, quest’anno è stato possibile vivere un TEDxBari diverso, statico, ma anche fluido, capace di attraversare muri e schermi e persino il tempo, trasformandosi in un video fruibile, anche dopo la sua fine, attraverso il canale YouTube, così da rivelarsi, infine, un evento in cui non solo si è discusso di pause, ma che può esso stesso essere messo in pausa con un semplice click.
Certo, potrebbe essere questo il futuro degli eventi: momenti reiterabili all’infinito, immortali, senza tempo, senza confini, senza spazio, ma, in tal modo, la fisicità, gli odori, il caldo, il freddo, il vento, andrebbero perduti e perciò condividiamo l’augurio di Francesco Maria Asselta: “Non posso che augurarmi che questo tempo finisca presto e che la parentesi di chiusura sia quella che mi ricordo usavamo spesso quando gli emoticon non erano ancora dei disegni, ma venivano usati ancora gli elementi della punteggiatura e il sorriso finale era la parentesi di chiusura. Io mi auguro che presto arrivi questo sorriso”.
Elisabetta Tota