In controtendenza con le reti nazionali, che si sono affrettate a mettere dei conduttori uomini, seduti di fronte ad una bandiera talebana (per paura, più che per credo ideologico, l’informazione e il regime hanno questo genere di rapporto, come ci insegna la storia), il direttore di Tolo News, Miraqa Popal, ha deciso di richiamare al lavoro le conduttrici donne.
Inoltre, per il primo confronto televisivo con un esponente delle forze talebane, l’emittente ha inviato una donna, vestita con un hijab, che scopre il volto.
Infine, Hasiba Atakpal e Zahra Rahimi, due reporter donne di Tolo News, hanno ripreso il loro servizio tra le strade di Kabul.
Negli ultimi vent’anni, 109 giornalisti hanno perso la vita in Afghanistan, che conta per il 10% del totale dei giornalisti che hanno perso la vita in servizio nel mondo. Questi giornalisti sono morti in attacchi terroristici o personali, e in questi ultimi casi gli autori, se sono stati perseguiti, lo sono stati in indagini farsa.
Questa è la riprova che ciò che sta succedendo in Afghanistan è il risultato di anni in cui il conflitto era sotto traccia, in cui della corruzione e delle trattative tra i potenti hanno fatto le spese i civili, e tra essi, coloro che provano, mediante le arti e le lettere, a documentare la realtà.