In un Anfiteatro della Pace del Centro Commerciale di Japigia rinfrescato da un bel vento di fine estate, è proseguita la seconda parte del festival “Jazz Revenge 2021” organizzato dall’associazione “Nel Gioco del Jazz”.
L’ospite della terza serata è stato Emanuele Cisi, che, a capo di una straordinaria formazione che annoverava Dino Rubino al pianoforte e flicorno Conn, Rosario Bonaccorso al contrabbasso e Adam Pache alla batteria, presentava il suo progetto “No Eyes”, dedicato a Lester Young (1909-1959), padre dell’estetica moderna del sax tenore, di cui il 27 agosto ricorreva il compleanno e cui Cisi è profondamente legato.
L’apertura del set è affidata al brano “Lester left town” di Wayne Shorter, affermando subito la devozione allo slang di Young: lo stesso nome del progetto “No Eyes”, con cui intendeva che “non ho occhi per altro che non sia la musica”, e “left town” è una perifrasi per la dipartita del maestro, cui il pezzo viene dedicato. La seconda canzone, scritta da Cisi, è intitolata “Presidential dream”, dal nomignolo “Prez” (“President”) che Billie Holiday, amica germana di Young e morta nello stesso anno (e nelle stesse precarie condizioni esistenziali), gli aveva affibbiato; effettivamente il brano è un lungo sogno di atmosfere leggere e delicate, su cui si impone l’autorevolezza di Cisi. Sempre dedicata alla morte di Young è “Goodbye Pork Pie Hat” di Charles Mingus, caratterizzata da un’esecuzione di notevole trasporto e passione, culminata in uno splendido assolo di piano. Uno dei pochi pezzi composti da Young impreziosisce la setlist: “Tea for two”, crocevia tra bebop e swing, pienamente inquadrata dall’epoca, a suo perfetto agio anche ai giorni nostri. L’esecuzione, ricca e sapiente, porta i temi di “These foolish things” oltre gli ascolti abitudinari, e avvia il concerto verso la fine, con “Prezeology”, tributo bebop di Cisi al “Crazeology” di Charlie Parker, un abbraccio tra i due maestri e tra i musicisti e il pubblico di appassionati.
Beatrice Zippo