I numeri, a guardarli, sono davvero notevoli: 300 repliche, più di 72000 biglietti venduti, tantissimi sold out in giro per l’Italia.
Il “Massimo Lopez e Tullio Solenghi show”, lanciato nel 2017, ripreso dopo la “pausa” Covid, in scena al Teatroteam di Bari, è un abbraccio infinito tra i due artisti e un pubblico che li aspetta, li riconosce, li applaude a scena aperta e gode di due ore intense di spettacolo durante le quali i due non si risparmiano, inanellando sketch, imitazioni, canzoni, attingendo ad uno sterminato repertorio ben conosciuto da chi li segue con affetto da tanti anni.
Nel corso della serata Lopez e Solenghi ripropongo brani tratti dalle loro partecipazioni al “Tale e quale show” del 2016 e, più di recente, a “Che tempo che fa”. Personaggi già visti, brani già ascoltati, ma sempre estremamente godibili, una sorta di viaggio nella memoria, un incontro tra vecchi amici in cui si ripercorrono i tormentoni, le battute, le voci che ci hanno accompagnato negli anni e che ci aspettiamo di riascoltare.
Le indimenticabili imitazioni della Vanoni, di Patty Pravo, di Mughini nel siparietto con Maurizio Costanzo; e poi la carrellata dei personaggi politici, dei Papi, le incursioni nel mondo della lirica e nel teatro “serio”. A scandire i tempi dello show, lo swing delle canzoni di Lopez, che da sempre consideriamo eccellente crooner, che ci delizia con brani di Sinatra, Armstrong, Bublé, avvalendosi dell’ottima presenza della Jazz Company del maestro Gabriele Comeglio che passa dallo swing a servizio dello show ad una bella versione di A night in Tunisia di Dizzy Gillespie in cui si rivela pienamente l’anima jazzistica dell’ensemble.
Immancabile, l’omaggio ad Anna Marchesini, in un momento asciutto ma emozionante, breve ma intenso. Una piccola parentesi, carica di affetto, a sottolineare un legame che continua oltre la morte di questa originale e straordinaria artista, buffa e dolente, che fino alla fine si è raccontata con pudore e ironia, mettendosi in gioco anche come scrittrice, rivelando così, con altro linguaggio, la sua bellezza. L’ennesimo richiamo all’esperienza indimenticabile del Trio, che continua ad essere per questi artisti prezioso bagaglio e luogo del cuore.
Questo show è una sorta di ritorno a casa, perché parla alle pagine felici della nostra memoria, e di questo siamo grati a Lopez e Solenghi, artisti dalla professionalità poliedrica, indiscutibile. Ma proprio perché ne apprezziamo il talento, proprio perché li conosciamo da tanto tempo (e avendoli seguiti anche in alcune esperienze come solisti dopo lo scioglimento del Trio) ci piacerebbe che osassero di più, che ci regalassero anche una scrittura diversa, un registro ancora sconosciuto.
Siamo sicuri che l’applauso sarebbe altrettanto forte, perché di certo non manca loro la capacità di suscitare risate e lacrime, di prendere per mano il pubblico e portarlo esattamente dove vogliono.
Solenghi e Lopez potrebbero allora lanciarsi in una nuova sfida, in un nuovo dialogo che sveli inedite ed altrettanto preziose pagine di teatro, non limitandosi a dare al pubblico quello che “si aspetta”, ma ricominciando a stupire e incantare, come hanno già abbondantemente dimostrato di saper fare nella loro lunga e brillante esperienza artistica.
Imma Covino