E’ un romanzo che ci parla di donne, l’ultimo libro di Matteo Bussola “Il rosmarino non capisce l’inverno” (ed. Einaudi), un romanzo che parla di quanta forza e di quanta resilienza possano esserci in ciascuna di loro.
E’ uscito il 28 giugno scorso, è fra i più letti in Italia negli ultimi mesi, è già giunto alla sua settima edizione e continua a mantenere la sua posizione in top ten.
Apparentemente, si tratta di una raccolta di racconti, ma in realtà è andando avanti con la lettura che ci si accorge che c’è un filo quasi invisibile che lega le storie l’una con l’altra, rendendolo così un unico appassionante e accattivante romanzo, un filo che si palesa a tratti durante la lettura dei vari racconti, ma che solo alla fine, nelle ultime pagine del libro, rende inequivocabile la struttura del romanzo con il suo seducente intreccio.
E’ già il titolo a catturare la nostra attenzione, a farci porre la prima domanda. Il rosmarino non capisce l’inverno? E perché? E quale sarà mai il legame tra questa erba aromatica e questa fredda stagione? In realtà, si tratta di una pianta resistente e caparbia che, dopo le intemperie dell’inverno, in primavera si rinnoverà e tornerà florida, proprio come una donna, che dalla vita potrà pur prendere schiaffi e pugni e calci, ma saprà sempre come rialzarsi e ritrovare il sorriso.
Ed ecco che le donne, in questo lavoro dello scrittore veronese, diventano poesia e si riesce ad amarle così come sono, nel loro essere fallibili e imperfette. Anzi, più sono imperfette e più ci si appassiona alle loro vite, ai loro progetti, ai loro sogni, alle loro scelte dirimenti. Margherita, Emma, Daisy, Sara, Mira, Rosi, Isabella – ogni capitolo porta il nome di una di loro – e tutte le altre donne presenti nel romanzo sanno guardarsi dentro, sanno esplorarsi, sanno andare alla ricerca di se stesse e camminarvi dentro. Sanno andare avanti, cercando di superare tutte le situazioni complesse e difficili che la vita pone loro dinanzi, cercando di venirne fuori, proprio come accade nella metafora del rosmarino, quando una pianta forte e pertinace vuole a tutti i costi superare la sfida dell’inverno. Tuttavia, non sono sempre le situazioni complicate a renderle migliori, bensì quelle che esse vivono con il cuore, quelle che le fanno sentire in armonia con il mondo, quelle che le arricchiscono dentro. Sono donne che odiano e che amano e sperimentano l’amore in tutte le sue declinazioni, ed è proprio l’amore a renderle più belle.
E lui, l’autore, ne sa parlare con un’abile e delicata penna, con un linguaggio sobrio e una sensibilità sorprendente, “manipolandole” con cura, offrendocele e regalandocele in tutta la loro forza e fragilità, determinazione e indecisione, caparbietà e flessibilità, giovinezza e vecchiaia, ma soprattutto in tutto il loro coraggio.
Così, noi lettori entriamo nelle loro esistenze e ce ne innamoriamo. Entriamo nella vita di Margherita, che la sente traballare solo perché una donna le pone delle domande, tra cui ”Perché lo fai?”; di Giuseppina, che sente un nuovo emozionante alito di vita nel suo cuore; di Sara, una donna tradita ma forte e resiliente, che dal suo dolore riesce a far nascere una nuova opportunità; di Maddalena, che porta avanti la sua lotta contro un male che le ha portato via un pezzo del suo corpo; di Vera, che vuole entrare a tutti i costi in sintonia con un cane; di Emma, che trova il coraggio di non scappare da se stessa e di dare il nome a qualcosa che le ruggisce dentro; e di tante altre che camminano andando incontro alla vita, spesso disorientate, ma ostinate nella ricerca di un centro di gravità permanente.
E’ alle donne, ma non solo, che Matteo Bussola racconta storie di donne.
Ce lo dice nella sua dedica in esergo: “A te che cadi, ma non resti lì”.
Ornella Durante
Grazie Ornella. La tua recensione è un urgente invito alla lettura di questo libro.