La Stagione teatrale ‘Periferie’ 2024.25 della Compagnia Crest al Tatà di Taranto si snoda tra drammaturgia contemporanea e temi cruciali
Il teatro come specchio della contemporaneità: questo è ciò che propone la compagnia Crest di Taranto con la stagione «Periferie» 2024-2025, in programma dal 16 novembre al 5 aprile presso l’auditorium TaTÀ. La stagione include alcune delle migliori opere della drammaturgia contemporanea, affidate ad artisti di grande valore. «Undici titoli per affrontare temi cruciali della nostra quotidianità e diritti universali, non dissimili dal motto Liberté, Égalité, Fraternité della rivoluzione di oltre 200 anni fa», afferma la presidente Clara Cottino. La stagione si aprirà il 16 novembre con «La sparanoia», un manifesto graffiante della Generazione Z, realizzato da Niccolò Fettarappa e Lorenzo Guerrieri per Teatro di Sardegna/Agidi. Il programma esplorerà le inquietudini delle nuove generazioni, la diversità, la disabilità, l’amore, la morte, la violenza di genere, l’ipocrisia, le dipendenze, la deriva dell’umanità, la mafia e il «caso Taranto», sempre con uno sguardo sulla realtà. «Proponiamo il teatro come luogo di incontro e confronto – dice Cottino – per comprendere insieme un presente diverso da come lo avevamo immaginato». Il 30 novembre, Davide Iodice presenterà «Pinocchio», un manifesto sulla disabilità prodotto da Interno 5 con Teatro Nazionale di Napoli, seguito il 14 dicembre da «A me m’ha rovinato la guera», una coproduzione Crest e Malalingua con Michele Cipriani e Arianna Gambaccini, che celebra l’avanspettacolo tra macchiette, sketch e canzoni d’autore. Il 4 gennaio la Compagnia Marie de Jongh presenterà «Amour», un teatro d’adulti per bambini, ma anche da bambini per adulti. «Il TaTÀ è un luogo unico per il suo spirito inclusivo, capace di favorire l’esercizio della cittadinanza attiva», sottolinea Cottino. L’11 febbraio Mariano Dammacco porterà in scena il toccante «La morte ovvero il pranzo della domenica», prodotto dalla compagnia Diaghilev e interpretato dal premio Ubu Serena Balivo. Il 1 febbraio, invece, la violenza di genere sarà al centro di «Vedi alla voce alma», ispirato a «La voce umana» di Jean Cocteau dalle Nina Drag’s Queens di Milano. L’8 febbraio, il teatro fisico e visivo del collettivo Usine Baug racconterà il «caso Taranto» con «Ilva Football Club», tratto dal libro di Fulvio Colucci e Lorenzo D’Alò. Marco Sgrosso, un’altra voce autorevole del teatro contemporaneo, presenterà «A colpi d’ascia» di Thomas Bernhard il 1 marzo. Il 15 marzo, Oscar De Summa esplorerà il tema della dipendenza dalle droghe con «Stasera sono in vena», accompagnato dal trio musicale di Corrado Nuccini dei Giardini di Mirò. Il 29 marzo, «Nel tempo che ci resta» di César Brie renderà omaggio a Falcone e Borsellino con un’elegia sulla lotta alla mafia. La stagione si concluderà il 5 aprile con «Fratellina» della coppia Scimone-Sframeli, una riflessione beckettiana sulla capitolazione dell’umanità, premiata come migliore novità italiana dello scorso anno. Per info e prenotazioni: 333.2694897. I biglietti sono acquistabili online su Vivaticket attraverso il sito www.teatrocrest.it. Daniele Milillo