Alla Masseria Cariello Nuovo di Casamassima, torna a grande richiesta Rita Lopez per presentare, dialogando con Rita Fabris, il suo libro “La vita sognata”

Con la sua scrittura evocativa, Rita Lopez ci ricorda quanto l’amore possa essere potente anche quando si sottrae. E ci insegna che lì, nelle fratture, si decriptano le vere rivelazioni.” (Marilù Oliva)

Si terrà venerdì 10 maggio alle ore 17.30 presso la Masseria Cariello Nuovo di Casamassima (BA)(S.P. 94 Casamassima – Noicattaro), la presentazione del romanzo di Rita Lopez La vita sognata” (Les Flaneurs Edizioni). A dialogare con l’autrice sarà la Professoressa Rita Fabris.

Rita Lopez è nata a Bari e vive a Roma. Archeologa e sociologa, ha collaborato con La Gazzetta del Mezzogiorno con vari articoli e racconti. Ha scritto per anni sul blog Infodem.it, coordinato dal giornalista Beppe Lopez. Ha pubblicato le raccolte di racconti Vie d’uscita. Salvarsi con i Led Zeppelin, Bach e Nilla Pizzi (2016) e Peccatori, sconfitti e per di più insolenti (2019); i romanzi Apri gli occhi (2019) e Fuori da ogni tempo (2021). Suoi racconti sono presenti in numerose antologie.

Dice l’autrice: “I suoi ultimi tre mesi di vita, mia madre li ha passati in una RSA, perché era diventato impossibile tenerla a casa. In quei giorni allucinanti di agosto 2020, quando lo spettro della pandemia incombeva su di noi, andavo a trovarla. Mi permettevano di stare da lei per non più di mezz’ora. Mezz’ora al giorno. Dopodiché vagavo in uno stato di angoscia e prostrazione per il resto delle altre ventitré ore e mezza. Un pomeriggio ricordo che nel cortile della RSA c’era anche una bambina. Probabilmente era la figlia di qualche operatrice sanitaria. Era seduta sotto il pergolato e disegnava. I fogli e i colori pastello erano sparsi sul tavolo. I vecchi la guardavano in silenzio. In tanti le si erano avvicinati e la osservavano incuriositi, come se stesse facendo la cosa più strana del mondo. Erano completamente attratti da lei. Sembravano emozionati. Felici, quasi. Solo alcuni, come mamma, la ignoravano, persi com’erano nel loro mondo iperuranio. Era una scena surreale. Una piccola bambina che disegnava e che catalizzava su di sé l’attenzione dei vecchi. Era come trovarsi in un mondo sospeso, onirico, inverosimile. Quella visione non mi ha più abbandonato. Ha cominciato a parlarmi fino a diventare il germe di una storia che non smetteva di ronzarmi nella testa. Fino a intrecciarsi, a complicarsi, a crescere. In due anni quella storia ha preso vita. È stata accolta con entusiasmo da Annachiara Biancardino e Alessio Rega, due giovani editori pieni di talento. Ed è stata seguita e coccolata da Alessandra Minervini, la mia editor dalle capacità maieutiche. È arrivato il momento di lasciarla andare. Ecco come è nato “La vita sognata” (Les Flâneurs Edizioni). E io sono emozionata e felice come quei vecchi che, in uno di quei pomeriggi afosi e deliranti, guardavano disegnare la bambina, tranquilla e incurante, con i suoi colori pastello.

Tutta la vita di Marina si sviluppa intorno a una mancanza. Quella di sua madre, che è andata via senza spiegazioni, lasciandola col padre nella casa di riposo dove lavoravano come custodi. Per rielaborare l’assenza materna, sin da bambina vive una vita sognata a occhi aperti. Con il passare degli anni la sua fantasia diventa da una parte il conforto di un cuore spezzato e dall’altra una trappola che la soffoca. Ora che è cresciuta, la casa di riposo è come una di quelle pozze d’acqua in cui i piccoli organismi del mare rimangono intrappolati. L’arrivo di Roberto, studente universitario conosciuto casualmente, scuote il suo desiderio di vivere, e di amare. Ma chi conosce l’amore, conosce anche i suoi limiti. Un’indagine perturbante dell’animo di una donna, che, come un Prometeo contemporaneo, è disposta a sacrificare sé stessa per dare al Mondo il dono del fuoco.

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